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II. PREFAZIONI ALLE TRAGEDIE DI PIER CORNELIO 47

e sono anzi per dare una picciola prova della verità di questo suo nobilissimo giudizio, con riferire otto soli versi della Gerusalemme liberata, che sono questi:

Chiama gli abitator dell’ombre eterne
il rauco suon della tartarea tromba:
treman le spaziose atre caverne,
e l’aer cieco a quel romor rimbomba;
né si scendendo mai dalle superne
regioni del cielo il folgor piomba,
né si scossa giammai trema la terra
quando i vapori in sen gravida serra.

Oh che «mollezza», oh che «effemminatezza» non è in questa ottava! oimè, la mi fa sdilinquire per tenerezza! Ma lasciamo il canzonare da una banda e diciamo che la forza, la robustezza dello stile delle nostre poesie, al vedere, non è pane pe’ denti de’ signori francesi, i quali se potessero fra gli altri nostri intender Dante e se lo avessero inteso prima di scrivere, anzi, com’io dissi, di replicare lo stravolto giudizio di alcun loro antecessore, al certo parlerebbero ed avrebbero parlato con minor dispregio d’una lingua che nelle mani d’un valente scrittore piglia come cera la forma che più si vuole. Dante nell’espressione è fortissimo, Petrarca molle e soave, Ariosto nobile e leggiadro, Tasso tutto grandezza, tutto maestà, e il Metastasio tutto dolcezza, tutto amore. Non è per questo che io voglia dire che questi nostri scrittori sieno sempre egualmente perfetti dal principio al fine delle loro opere, e che sieno senza macchie e senza nèi. «Nessuno è perfetto eccetto Dio»: gli è proverbio antico più che i sassi; ma parlo così in generale e dico che il carattere dominante di quegli autori è quale io dissi, e per tale è ricevuto da tutti gl’italiani.

Ma ora che abbiamo detto così di volo de’ giudizi stravaganti, de’ francesi sopra gl’italiani, permettetemi, signor conte, che senza adular i vostri io dica liberamente che molti italiani hanno anch’essi gareggiato con molti francesi e fatto, dirò cosi, a chi più inconsideratamente giudicasse e sentenziasse. E per non mi estendere soverchio oltre i limiti d’una lettera mezzo critica,