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194 satira quinta.

     Dimandar mi potresti chi m’ha spinto,
Dai dolci studî e compagnía sì cara,
171In questo rincrescevol labirinto.
     Tu dêi saper che la mia voglia avara
Unqua non fu; ch’io solea star contento
174Dello stipendio che traea a Ferrara.
     Ma non sai forse come uscì poi lento
Succedendo la guerra; e come volse
177Il duca che restasse in tutto spento.1
     Fin che quella durò, non me ne dolse;
Mi dolse di veder che poi la mano
180Chiusa restò, che ogni timor si sciolse.
     Tanto più che l’ufficio di Melano,2
Poi che le leggi ivi tacean fra l’armi,
183Bramar gli affitti suoi mi facea in vano.
     Ricorsi al duca: — O voi, signor, levarmi
Dovete di bisogno, o non v’incresca
186Ch’io vada altra pastura a procacciarmi. —
     Grafagnini in quel tempo, essendo fresca
La lor rivoluzion3 che spinto fuori
189Avea Marzocco4 a procacciar d’altr’esca,
     Con lettere frequenti e ambasciatori
Replicavano al duca, e facean fretta
192D’aver lor capi e lor usati onori.
     Fu di me fatta una improvvisa eletta,
O forse perchè il termine era breve
195Di consigliar chi pel miglior si metta;
     O pur fu appresso il mio signor più leve


  1. Può vedersi, tra le Lettere che per noi si raccolsero, la VII; nella quale contuttociò non sembra alludersi allo stipendio che allora rimase sospeso, e che l’autore qui confessa di aver già direttamente ricevuto dalla corte. Varie poi furono le guerre che il duca Alfonso ebbe a patire, in ispecie da parte dei pontefici, che desideravano di togliergli quello stato; ma le cose qui dette debbono riferirsi alla inimicizia dichiaratagli da Leone X dopo che, essendosi questi discostato dai Francesi, il duca, fermo nella loro alleanza, si fu recato per ajutarli in Lombardia, liberandoli dall’assedio di cui erano stretti in Parma: onde Leone «pubblicò contro di lui un monitorio, con privazione e censure», secondochè leggiamo in una Vita inedita di esso Alfonso, di cui torneremo a dire nella nota prima alla Satira VI.
  2. Vedi il v. 109 e seg. della Satira II.
  3. Ecco un esempio di più di rivoluzione, per indicare le mutazioni politiche.
  4. Marzocco sta per la repubblica di Firenze; e questo dice perchè al tempo di Leone X era stato posto nella Garfagnana un presidio fiorentino.