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togr.: par). Ma, parimente in versi rinnovati, pari alla... XL 54, 4, né mancano correzioni significative:

pare alle sue lode AB pari C XIV 49, 6

par al disio AB pari C XVII 118, 6;

e poiché la prima lezione, oltre a ripetere B, non è sostenuta che da due pessimi testi, ritengo sia da rifiutare.

20, 1:

Non vide né piú bel né piú giocondo AB
Non vide né piú bel né ’l piú giocondo C (c f)
Non vide né ’l piú bel né ’l piú giocondo C (a b d e g h i l m).

La lez. di C (c f) ci rappresenta una correzione incompiuta, e probabilmente per trascuratezza del compositore. Cfr. Malagoli, in Giorn. stor. XLVI (1905), 119.

22, 2:

tepida ABC (c f)          tiepida C (a b d e g h i l m).

Se nelle prime edd. il Poeta preferiva la forma non dittongata, e qualche esempio passa in C, come tepida I 48, 2 (Tipo 1° e 2°), di norma nell’ultima corregge:

tepido AB     tiepido C XXX 58, 2, e cfr. XXXVI 40, 1, XII 72, 2.

22, 8:

luochi campestri AB lochi C (c f)     luoghi C (f i b d e g h i l m).

L’Ariosto nella prima ediz. usava volentieri luoco, per lo piú corretto loco in B. Nella terza si alternano meglio, secondo la convenienza dei suoni, loco e luogo: quest’ultima è certo la lezione definitiva.

45, 6:

rivera BC (c f)          riviera AC (a b d e g h i l m).

In A di norma rivera, espressione che si continua ed esagera in B, ove appunto qualche riviera di A è corretto rivera (cfr. XXVII 49, 2, XXXIX 143, 5), come si legge anche in versi nuovi (XXVII 20, 3). Ma C non ha piú rivera che in qualche raro verso ereditato