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326 il libro di antonio billi


Dipinse insieme con Masolino la cappella de Branchacci nel Carmine: stette Masolino con Lorenzo Bartolucci a ressattar (invece di: «rinettar» nello Strozz. e Gadd.) le porte di bronzo di s.to Giovanni, et panni che non ci sono li meglio rinetti che sua:88) et in Pisa dipinse assai cose.89)


Stefano detto lo Scimmia che dalla natura expresse qualunche cosa volesse,90): fu diligientissimo maestro: dipinse in s.to Spirito la Trasfiguratione di Cristo allato a l’archo fatto da Antonio da Vinegia de cinque pani e dua pesci.91) In Campo sancto di Pisa dipinse la Absuntione di nostra Donna,92): et intesi lui essere di scieso di Giotto.93)


|fo. 47v] Gherardo detto lo Starnina dipinse nel Carmine la cappella di s.to Girolamo, et perch’egli era stato assai in Francia et in Spagnia vi achomodò cierti vestiti alla usanza di que’ paesi. Dipinse alla auta di Pisa nel 1406, la facciata della Parte Guelfa di fuori, s.to Dionigi, et la città di Pisa allato (invece di: «alto») sopra la scala.94) Era costui molto virtudioso et la minore era la pittura.95) Sono disciesi di lui quelli di Mariano di Gherardo, et ànno a fare a torre de lo Gniogni di la dalla Apparita,96) et stanno ad chasa nella via de’ Buonfanti.


Fra Giovanni decto da Fiesole, Angelicho, vezoso, et divoto et di virtù ornato molto: con grande facilità97) dipinse in Firenze, in Roma, et altrove; et il capitolo di s.to Marcho di Firenze et la tavola dello altare maggiore98) con più altre fiure nella decta chiesa: et nella sagrestia di s.ta Trinità le tavole (invece di: «la tavola») dove è diposto Cristo di ✠, una tavola in s.to Celio (Gilio) dove è dipinto il Paradiso,99) una tavola nel tempio dove è Yesù Cristo morto, et intorno uno choro delle Marie et nello ornamento dove stanno gli arienti alla Nunziata, cierte fiure pichole, et nel munistero degli Agnioli uno inferno, et paradiso.100) In Roma in (sic, invece di: «una») cappella di papa Eugenio:101) in s.ta Maria Novella tra le tre porte del tramezo, coè del ponte, quando lui era giovanetto, et in decta chiesa dove (sic) loro tengono le reliquie, fecie più ornamenti (lo Strozziano ha: «tabernaculi»),102) et la tavola della capp.la del palazo de’ Medici, intorno alla quale dipinse in frescho Benozo;103) et in s.to Domenico da Fiesole, dove lui habitava, dipinse più tavole.104)


Fra Lorenzo frate negli Agnioli, dipinse la tavola dello altare maggiore di decta chiesa,105) et in s.ta Trinita la cappella degli Ardinghelli, dove sono le inmagini di |fo. 48r] Dante et del