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480 | la divina commedia |
dubbio il guadagno di ripristinarne parzialmente la forma originaria, sconosciuta: l’ondata dei sanza, e le risoluzioni di x in ss, in essilio, essamina; idiotismi come fier per fien, dien per den, che creano equivoci; e poi tenciona e schera, etterno, posto che sieno cose buone in sé e probabili; ma risultato pratico considerevole non ne danno, e urtano i lettori col pericolo di distoglierli da una lettura vieta, sicché essa nelle traduzioni in lingua straniera riuscirebbe piú moderna e amabile... Se per fortuna possedessimo l’autografo dell’Aliglieri, bisognerebbe forse, a contentare tutti i gusti, scegliere tra queste due vie, o la riproduzione fotografica, o il parziale ammodernamento, con adattamento all’uso presente; e ancora difficoltá s’incontrerebbero»1.
Basta, mi pare, per concludere che non bisogna esagerare né in un senso né nell’altro, e che si può dar posto a criteri pratici. A sentir qualcuno, Dio guardi, per es., a toccare un qualunque ponavam! Par di guastare al Foscolo:
Mancava la grammatica. E qui nasce un problema piú vasto che non sia quello della Commedia e che abbraccia insigni opere di letteratura sino ai primi decenni del ’500, comprese le Istorie fiorentine. Quando dal Bembo in poi si costituí una grammatica, in sostanza essa desumeva i suoi precetti dall’uso dei maggiori scrittori, Dante in principio, cioè dalle forme e dai costrutti piú praticati o normalmente praticati da loro. La grammatica, se è, com’è, un beneficio, quei posteri la dovevano agli antenati: e non dubitarono punto di dover restituire il beneficio a coloro dai quali lo riconoscevano. E fecero tanto bene, che per quattro secoli nessuno ha voluto fare diversamente.
E tuttavia è chiaro, è evidente, ch’era una soluzione arbitraria, anacronistica, di necessitá incoerente: basta pensare alle parole
- ↑ II, p. 783, al paragr.: Poco guadagno. — E s’aggiunga che l’ediz. Torraca, come quella di Oxford, tengono fede alla tradizione.