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di vittorio alfieri 213


4 All’uom può farsi, e ognuno ha il suo confine:1
Ove non è chi mi sgomenti, o inchine;2
Ov’io ’l cuore, e la mente appien dischiudo;3
Ov’io di ricco non son fatto ignudo;4
8 Ove a ciascuno il ben di tutti è fine.5
È Repubblica il suolo, ove illibati
Costumi han forza, e il giusto sol primeggia,
11 Né i tristi van del pianto altrui beati.6
Sei Repubblica tu, Gallica greggia,
Che muta7 or servi a rei pezzenti armati,
La cui vil feccia su la tua galleggia?


Sonetto XVII.

22 ottobre 1792 in Lermos nel Tirolo.

Da ch’io bevvi le prime aure di vita,
Da ch’io l’alma sfogai vergando carte,
Con lingua a un tempo vereconda,8 e ardita,
4 Posi in laudar la libertade ogn’arte.9
Odo or la Gallia, in servitú marcita,
Che il danno altrui senza il suo pro sol chere;10
E fatta sede di liberti, invita
8 A se stesse disfar, le genti intere;
E il nome stesso venerando adopra
Di Libertà, cui non conosce, e macchia
11 Col sozzo labbro, e la sozzissim’opra.
Quindi ognor piú nel buio il ver s’immacchia,11
E vien, ch’etade ognor piú tarda scopra
14 Qual fosse il Cigno, e qual la ria Cornacchia.12


  1. 4. Il suo confine, il limite dal quale non possa uscire, se non usurpando il diritto altrui.
  2. 5. Vuol dire l’A.: né tiranni né servi.
  3. 6. Dischiudo, apro, paleso, senza timore né di spie né di despoti.
  4. 7. In altri termini, ove sia rispettata la proprietà.
  5. 8. Dove il bene individuale posa in quello universale. Nel son. precedente all’Ode su Parigi sbastigliato:
    Popol, Patrizi, Sacerdoti, è questa
    La via, per cui quel sacro allòr si miete
    Che il ben d’ogni uom nel ben di tutti innesta.
  6. 11. Ricorda il dantesco (Inf., XIX, 105):
    Calcando i buoni e sollevando i pravi.
  7. 13. Muta, senza dar segno di stanchezza, senza ribellarsi.
  8. 3. Vereconda, modesta, non insolente. Anche il Leopardi nella canzone All’Italia: La vereconda fama.
  9. 4. Ogn’arte, ogni studio.
  10. 6. Chere, come altrove, domanda. È da osservarsi in questa quartina che i versi pari hanno rima diversa da quelli delle antecedenti.
  11. 12. S’immacchia, si contamina, s’insozza.
  12. 13-14. Intendasi: e avviene che sempre piú tardi a scoprirsi la verità, sí da distinguere i buoni (il Cigno) dai pravi (la ria Cornacchia).