Osservazioni di Giovanni Lovrich/Prefazione
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PREFAZIONE.
Lascio a parte il poco buon ordine tenuto nella descrizione del suo Viaggio. Queste sarebbon troppo rigide censure, mentre, quando si arriva al fine determinato, niente importa, che una cosa si dica avanti, e l’altra dopo. Non so poi, se si dovesse sorpassare ad un Topografo, che fissando parlar di un Contado, occluda due paragrafi intieri di un altro. Così fece il Fortis parlando del Contado di Spalato, che v’inserì due paragrafi spettanti al Territorio di Sign1. Ella è lieve colpa questa per quelli, che sanno le situazioni de’ nostri luoghi al par del Fortis, ma per levar il dubbio agl’imperiti, che potessero credere il Contado di Spalato più esteso di quello lo è, io fo questa passeggiera osservazione. Le mie circostanze non mi permettono di ventilare tutta la Opera del Fortis da capo a fondo. Io mi contenterò pertanto di circoscrivere le mie osservazioni al picciolo tratto di paese, che si estende dalle sorgenti della Cettina insio a Trigl, in cui si racchiudono porzioni del Territorio di Knin, e di Sign. Unirò a queste i costumi de’ Morlacchi, annoterò qualche inavvertente sbaglio di lingua Illirica, che prese il Fortis, ed osserverò qualche altro errore sparso quà, e là nel suo libro. Di Storia Naturale non farò parola, che quando vedrò a chiare note di poter sostentar quel, che io dico, ed amerò più tosto confessar la mia ignoranza, che dir una impostura. Esporrò le mie ragioni senz’alcuna sorte d’ingiurie. Questo modo di procedere lascio a quelli, che non sanno come difendersi, e che in vece di risposta, meritan delle busse. Aggiugnerò perfine la Vita di un famoso assassino di strada, che sembrerà un Romanzo, ed è una Storia. Questa cosa, io ben lo veggo, non à che fare colle mie osservazioni, bensì à molta correlazione co’ costumi de’ Morlacchi. Se ciò, che mi sono prefisso ad osservare, farò vedere consentiente alla verità, crederò di aver dimostrato, che avanti di fidarsi del resto della Opera del Fortis, convien maturamente ponderarla. Ma se taluno poi trovasse le mie osservazioni senza fondamento, e senza ragione, io sarò il primo a detestar il conosciuto errore, e non mi vergognerò di confessare: O’ fallato.