Orgoglio e pregiudizio (1945)/Capitolo quarto
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Traduzione dall'inglese di Itala Castellini, Natalia Rosi (1945)
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Non appena Jane ed Elizabeth rimasero sole, la prima, che fino allora era stata assai misurata sulle sue lodi per Mr. Bingley, disse alla sorella quanto ne fosse rimasta colpita.
«È proprio quello che dovrebbe essere un giovane», disse; «intelligente, con un buon carattere, allegro. Non ho mai incontrato nessuno con modi così avvincenti, semplici e pieni di educazione».
«Ed è anche bello», rispose Elizabeth. «Hai ragione, non gli manca veramente nulla per essere il tipo del giovanotto ideale».
«Sono stata così lusingata del suo secondo invito! Non mi sarei mai aspettata una cortesia simile».
«Non te l’aspettavi? Io sì, per te. È proprio in questo che siamo tanto diverse noi due. Ti stupisci sempre che la gente sia gentile con te, io mai. Non c’era niente di più naturale che ti invitasse per la seconda volta. Non poteva fare a meno di accorgersi che eri la più bella di tutta la sala. Non è davvero il caso di avere della gratitudine per la sua galanteria. In ogni modo è molto simpatico e sono d’accordo che ti piaccia. Hai ammirato persone ben più inconcludenti».
«Ma... Lizzy!».
«Oh, lo sai bene che sei troppo incline ad apprezzare la gente. Non vedi mai i difetti di nessuno: per te sono tutti buoni e simpatici. Non ti ho mai sentito parlar male di anima viva».
«Cerco di non esser facile alla critica, ma dico sempre quello che penso».
«Lo so; ed è questo che mi sorprende. Tu, così piena di buon senso, essere tanto onestamente cieca per le follie e le sciocchezze degli altri! Ostentare il candore, è cosa abbastanza comune; direi che non si vede far altro; ma essere come te, candida non per progetto o per ostentazione, ma per natura, scoprire il lato buono di ogni carattere e renderlo ancora migliore, e non rilevare mai il cattivo, in niente e in nessuno, questo è proprio una tua prerogativa. E, dimmi un po’, ti piacciono anche le sorelle di Mr. Bingley? I loro modi non sono però da paragonarsi ai suoi».
«No, a prima vista, almeno. Ma a starci un po’ insieme sono simpatiche. Miss Bingley verrà ad abitare con suo fratello e dirigerà la casa, e penso di non sbagliarmi giudicando che sarà una vicina molto piacevole».
Elizabeth ascoltava in silenzio, ma senza essere convinta; il contegno delle signorine Bingley al ricevimento non era stato tale da accattivarsi la simpatia generale: più pronta nei suoi giudizi, con un carattere meno arrendevole della sorella e con una facoltà di giudizio libera da particolari preoccupazioni riguardo a se stessa, non era troppo disposta ad ammirarle. Erano delle vere signore, non mancavano di allegria e sapevano rendersi amabili, se volevano, ma si capiva che erano orgogliose e piene di sé. Erano piuttosto belle; avevano ricevuto una educazione perfetta in uno dei primi collegi di Londra, avevano una sostanza di ventimila sterline e l’abitudine di spendere più di quello che avrebbero dovuto; frequentavano gente della migliore società e si credevano in diritto di pensare molto bene di loro stesse e molto meno bene degli altri. Appartenevano a una rispettabile famiglia dell’Inghilterra del Nord, cosa della quale si ricordavano più volentieri che non del fatto che la loro ricchezza e quella del fratello erano frutto del commercio.
Mr. Bingley aveva ereditato una sostanza di quasi centomila sterline da suo padre, il quale, pur avendo avuto l’intenzione di acquistare una tenuta, non aveva vissuto abbastanza per attuare il proprio progetto. Anche Mr. Bingley ci pensava, e sembrava aver fatto talvolta anche la scelta della contea; ma dato che ormai era provvisto di una bella casa, chi conosceva il suo carattere adattabile era convinto che avrebbe passato il resto dei suoi giorni a Netherfield, lasciando alla futura generazione la cura di comprare nuove terre.
Le sue sorelle desideravano ardentemente vederlo padrone di una tenuta; pure; anche se per ora era soltanto in una villa affittata, Miss Bingley non si mostrò restia a occuparsene e anche Mrs. Hurst, che aveva sposato un uomo più elegante che ricco, era dispostissima a considerare come sua la casa del fratello, quando le faceva comodo. Mr. Bingley era diventato maggiorenne appena da due anni, quando un’informazione fortuita lo aveva spinto a visitare Netherfield. House. La vide e in mezz’ora si innamorò della località e della casa dentro e fuori; soddisfatto delle lodi che gli faceva il proprietario, la fissò immediatamente.
Con Darcy era legato da una solida amicizia, nonostante la grande diversità dei loro temperamenti. Bingley si era guadagnato l’affetto di Darcy per la semplicità e la duttilità della sua natura aperta, pur così differente da quella dell’ amico. Si sentiva sicuro dell’amicizia di Darcy e teneva le sue opinioni nella più alta considerazione. E per quanto Bingley non fosse privo di intelligenza, Darcy gli era infinitamente superiore. Nello stesso tempo, però, era altero, sostenuto e sprezzante, e i suoi modi, nonostante la perfetta educazione, non erano accattivanti. Sotto questo aspetto Bingley valeva molto più dell’amico ed era certo di essere bene accolto dovunque andasse, mentre Darcy finiva sempre con l’urtare qualcuno. È logico che giudicassero le riunioni di Meryton ciascuno secondo la propria mentalità: Bingley non aveva mai incontrato gente più simpatica e ragazze tanto carine; tutti erano stati pieni di attenzioni e di cortesia verso di lui; non aveva trovato né formalismi né sussiego: in poco tempo aveva conosciuto tutti; quanto a Miss Bennet, non esisteva creatura più angelica! Darcy invece aveva visto solo una sfilata di gente brutta e assolutamente priva di eleganza; non una sola persona lo aveva interessato o si era occupata di lui o gli era riuscita gradita. Riconosceva che Miss Bennet era bella, ma trovava che sorrideva troppo.
Anche Mrs. Hurst e sua sorella convennero su questo punto, pur ammirandola e trovandola così simpatica che avrebbero avuto piacere di conoscerla meglio. E poiché Miss Bennet venne classificata come una ragazza graziosa, Mr. Bingley si sentì autorizzato da un così profondo giudizio a pensare di lei quello che più gli piaceva.