Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche/Virtù
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VIRTÙ
29.
la virtu’.
La Virtù ognor più saggia
Si dimostra in ogn’istante,
Quando l’uom divien costante,
In pensando al suo finir.
Vane glorie, onori vani
Voi non più lo lusingate;
L’Eroismo vi aspettate,
Da chi seppe tant’oprar.
30.
la purita’.
Purità sol fresca etade
Ti conosce e sente in seno,
Ma l’adulto di anni pieno
Più non gusta il tuo candor.
Quel garzon, che per sveltezza
Fra gli uguali si distingue
Fangli onor le buone lingue
Questo è il premio, che otterrà.
31.
la probita’.
Probità in Te rinviensi
La bontà del secol d’oro
Fortunati son coloro,
Che ti sanno secondar.
Ogni accento che delabri
È una massima morale,
Che insegna il peso frale
Tuttavia a sopportar.
32.
la prudenza.
La Prudenza è la maestra
Del Ben Vivere nel mondo
Tale scienza nel suo fondo
Dee ciascuno studiar.
Questa Dea talor consiglia
Non curar quel motto audace,
Non bravar coll'uom mendace,
Per concordia Conservar.
33.
l’onore.
Onor, Nume venerando
Per ogni anima squisita;
Chi per fulcro ti ha in vita
Semi-Deo si ha da chiamar.
Guidator di Virtù e Fede
Tu raffreni ira, e vendetta
L’Uman Genere si aspetta
Gran Miracoli da Te.
34.
la saviezza.
Saviezza Tu che scerni
Con scandaglio il ben dal male,
Pietà senti del mio frale,
Inceppato ragionar.
Se di Te fossero degni
Tutti gli Uomini del Mondo!
La Virtude in ogni conto
Si vedrebbe esercitar.
35.
l’educazione.
L’Educar è il cal mostrare
Per formare l'uom perfetto,
Onde un dì quel giovinetto,
Colga il frutto del lavor.
Chi non fa sudori e veglie
No non giunge invero al punto,
In cui l'Uom Sapiente è giunto,
Per la Padria onorar.
36.
la castita’.
Castitade, che arrossisci
Al mirar d’ogni mortale,
Ti difenda dallo strale
Di Cupìdo ingannator.
Se Destin vuol che talora
Tu succumba ai lacci rei;
Sappi a fe’ che pur gli Dei
Han di Te vera pietà.
37.
la fedelta’.
Fedeltade nome sagro
Per chi sente Onore in seno,
Chi l’adora prova appieno
D’esser figlio di Virtù.
Ma sventur vuol che sovente
Il Fedel Fellon divenga;
Ciò dimostra che l'uom tenga
Imperfetta umanità.
38.
l’amista’.
Amistade, Dea sublime,
Che ad ogn’uomo non ti arrendi
Chi ti sente fa che apprendi,
Il tuo Culto a venerar.
Non sul labro, e sulla fronte
Mostrar debbesi candore,
Ma è il Cor, che puro ardore
Debbe sempre risentir.
39.
la clemenza.
La Clemenza è don celeste,
Che discende in tutte l'ore
In chi Regio nudre il Core
A favor di Umanità.
L’abusar di tanta gioja
È di cuor protervo, e rio......;
E più clemenza il Rege mio1
Spande al suon d’infedeltà!
40.
la beneficenza.
Fare il Ben è il sol precetto,
Che Morale a noiFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 insegna,
Chi l'esegueFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 con impegno
Sarà l'uom della Virtù.
Non curare se in ricambio
Tu ne ottenga mal per bene;
Iddio vede, e sa le pene
Giustamente compartir.
Note
- ↑ Il Magnanimo Re Ferdinando II.