Opere minori (Ariosto)/Rime varie/Sonetto XIV

Sonetto XIV

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Sonetto XIV.


     Occhi miei belli, mentre ch’io vi miro,
Per dolcezza ineffabil ch’io ne sento,
Vola come falcon c’ha seco il vento,
4La memoria da me d’ogni martiro:
     E tosto che da voi le luci giro,
Amaricato1 resto in tal tormento,
Che s’ebbi mai piacer, non lo rammento:
8Ne va il ricordo col primier sospiro.
     Non sarei di vedervi già sì vago,
S’io sentissi giovar, come la vista,
11L’aver di voi nel côr sempre l’immago.
     Invidia è ben, se ’l guardar mio v’attrista;
E tanto più che quell’ond’io m’appago,
14Nulla a voi perde, ed a me tanto acquista.


Note

  1. L’esempio mostra che questa voce non morì col trecento pei poeti.