Opere minori (Ariosto)/Poesie latine/Alcune versioni/Libro II, Carme V
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Ludovico Ariosto - Opere minori (1857)
Libro II, Carme V
◄ | Alcune versioni - Libro II, Carme IV | Alcune versioni - Libro II, Carme VI | ► |
Teco, o mio Bruto, fra le morte genti
Verrònne: — Porzia esterrefatta dice,
Ed abbocca io sì dir le brage ardenti.
Grida Vittoria: — O Davalo infelice,
Io, te spento, vivrò, sempre in lamenti. —
Ambe romane fûr; ma vincitrice
Vittoria apparve in ciò: breve sostenne
Quella un dolor; questa un dolor perenne.
Ettore Marcucci.
Altra versione.
Senza te, Bruto mio, viver potrei? —
Porzia sclamò, compresa da terrore,
E le braci assorbì. — Morto or che sei,
Avalo, io rimarrò, sol nel dolore, —
Disse Vittoria, — a trar tutti i dì miei. —
Ambo romane fûr; ma in ciò maggiore
Vittoria sembra: chi di vita è priva
Più dolersi non può; duolsi chi è viva.
Lo stesso.