Opere minori (Ariosto)/Lettere/Lettera XI

Lettera XI

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XI.1

Virginio mio figliuolo viene a Padova per studiare. Io gli ho commesso, che la prima cosa che faccia, venga a far riverenza a V. S., e si faccia da lei conoscere per suo servitore. Io priego V. S., che dove gli sarà bisogno il suo favore, sia contenta di prestarglielo; e sempre che lo vedrà, lo [p. 542 modifica]ammonisca ed esorti a non gittare il tempo.2 Alla quale mi offero e raccomando sempre.

Io son per finir di rivedere il mio Furioso: poi verrò a Padova per conferire con V. S., e imparare da lei quello che per me non sono atto a conoscere. Che Dio conservi sempre.

Ferrara, alli xxiii febraro 1531.

Di Vostra Signoría Servitore,
Lodovico Ariosto.


Fuori — Al Reverendiss. Monsignor Pietro Bembo.


Note

  1. È tra le raccolte dal Barotti, l. c, p. 392, e le riprodotte dal Baruffaldi, p. 288.
  2. Può dirsi come un’amplificazione di questa Lettera tutto ciò che il poeta diceva al Bembo nella Satira VII, a lui diretta.