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542 lettere.

sca ed esorti a non gittare il tempo.1 Alla quale mi offero e raccomando sempre.

Io son per finir di rivedere il mio Furioso: poi verrò a Padova per conferire con V. S., e imparare da lei quello che per me non sono atto a conoscere. Che Dio conservi sempre.

Ferrara, alli xxiii febraro 1531.

Di Vostra Signoría Servitore,
Lodovico Ariosto.


Fuori — Al Reverendiss. Monsignor Pietro Bembo.


XII.2

A Gianfrancesco Strozzi.

A nome dell’Alessandra Strozzi.

Questa sarà in risposta di tre lettere di V. S.; alle quali, fuorch’una ch’io le scrissi di villa, non ho possuto risponder prima, perchè dopo il mio ritorno non sono mai stata ferma, ma andata di qua e di là, come carnovale. Alla prima, nella quale Ella mi dava commissione di far fare quelli drappeselli,3 non potei satisfare, perchè mi fu data tra via quando io andavo in villa; e non mi trovando io qui, se ben ci avessi scritto, non avrei possuto far cosa buona: ma tosto ch’io son ritornata, gli ho fatto fare, e pel primo che mi accada sufficiente, ve li manderò. Aveva anco ordinato il velo per la Madonna; ma il cancelliero del signor Alessandro mi ha detto da parte di V. S. ch’io non lo faccia far più, e terrò li danari per li drappeselli. Il medesimo che diede la lettera di V. S. al capitano Batistino, la diede ancora al conte Lorenzo; e perchè ho inteso che ’l conte Lorenzo dice che non l’ha avuta, sappiate che dice le gran bugíe.

Io ho inteso delle nozze ch’avete fatte; delle quali ho preso tanto contento, quanto di cosa ch’io avessi possuto udire. Così Dio faccia che sieno felici e fauste, e che fra pochi giorni io senta che si faccian l’altre di madonna Lucrezia, e quelle



  1. Può dirsi come un’amplificazione di questa Lettera tutto ciò che il poeta diceva al Bembo nella Satira VII, a lui diretta.
  2. Tra le pubblicate dal Barotti, l. c, pag. 393.
  3. Pronunzia lombarda, invece di Drappicelli, che qui sembra posto nel senso di Fazzoletti.