Odi e inni/Inni/La Porta santa
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LA PORTA SANTA
Uomo, che quando fievole
mormori, il mondo t’ode,
pallido eroe, custode
4dell'alto atrio di Dio;
leva la man dall’opera,
o immortalmente stanco!
scingi il grembiul tuo bianco,
8mite schiavo di Dio:
la Porta ancor vaneggi!
Vogliono ancor, le greggi
11meste, passar di là.
O nostro primogenito,
puro tra i bissi puri,
le pietre che tu muri
15con la gracile mano,
nel sepolcreto sembrano
chiudere i tuoi fratelli
tutti; con tre suggelli,
19tutto il genere umano.
Solo la bianca Morte
chiude così le porte,
22che non riaprirà!
Oh! le tue mani tremano!
Dove sarai tu, quando
un secol nuovo, orando,
26toglierà le tre pietre?
Dove anche noi. Le candide
culle ch’or vanno e stanno
tra un canto pio, saranno
30tombe immobili e tetre.
Avanti quella Porta
chiusa non c’è che morta
33gente; un’ombrìa che va.
O vecchio, è vecchio, al nascere,
del suo morir futuro
anche il bambino, puro
37là tra i puri suoi bissi.
Tutti i fratelli tremano
seguendo te che tremi,
come su gli orli estremi
41d’invisibili abissi.
Vecchio che in noi t’immilli,
lasciaci udir gli squilli
44dell’immortalità!
Di là, di là, risuonano
chiare le argentee trombe
che spezzano le tombe
48d’inconcusso granito!
Di là, di là, risuonano
canti or soavi or gravi;
chè c’è di là, con gli avi,
52qualche bimbo smarrito!
Tutto il di noi che vive,
è ciò che a noi sorvive:
55tutto è per noi di là!
Non ci lasciar nell’atrio
del viver nostro, avanti
la Porta chiusa, erranti
59come vane parole;
ad aspettar che l’ultima
gelida e fosca aurora
chiuda alle genti ancora
63la gran porta del Sole;
quando la Terra nera
girerà vuota, e ch’era
66Terra, s’ignorerà.