Ode LXIII

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Anacreonte - Odi (Antichità)
Traduzione dal greco di Francesco Saverio de' Rogati (1824)
Ode LXIII
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EPITALAMIO.


ODE LXIII.


Te delle Dee regina,
     Venere amica, io bramo,
     Vieni: te Amore io chiamo,
     4Degli uomini Signor;
Te invoco, o Santo Imene,
     Per cui ciascun respira;
     Voi canto sulla lira,
     8Venere, Imene, Amor.

Ecco l’amata sposa,
     O giovinetto amante,
     Non perder questo istante
     12Che a te goder convien.
Caro alla Dea d’Amore,
     Consorte di Mirilla,
     Stratocle, la pupilla
     16Deh volgi al caro ben.

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Come tra i fior del prato
     La rosa è la più bella,
     Avanza ogni donzella
     20Mirilla ancor così.
Il talamo ridente
     Ecco ci mostra il sole,
     Ah! sia di bella prole
     24Questo fecondo un dì.