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Le due aquile - I due alberi - Le due aquile

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Le due aquile - I due alberi La piada
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LE DUE AQUILE


i


La rupe è là con le altre rupi intorno,
alta, nell’immobilità del gelo.
3Talor vi ruota all’apparir del giorno

una grande ombra che vien giù dal cielo.


ii


La rupe un giorno par che muova, il ghiaccio
sembra che crocchi e crepiti, fin ch’esce
7tristo un fil d’acqua da un sottil crepaccio.

Al sordo e cupo fremere si mesce
ora un bisbiglio ed un gorgoglio lene.
10Con l’ali aperte scende l’ombra, cresce

all’improvviso, e grande sta. — Che avviene? —

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iii


E l’uccellaccio posa sopra il ciglio
dell’alta rupe; e sente che s’abbassa
14la rupe sotto l’uno e l’altro artiglio.

Tacito va, tacito viene, passa
con le grandi ali. Tronchi d’agrifoglio
17e d’oleastro porta getta ammassa.

Ora il bisbiglio e il fievole gorgoglio
si fa rumore, giù di balza in balza
20divien fracasso, giù da scoglio a scoglio...

Tutta s’apre la fulva aquila, s’alza...


iv


S’alza a vedere; tra le nubi e i venti
s’adagia in cielo. Nelle valli brune
24vede gettarsi i botri ed i torrenti.

Vanno con un feroce urlo comune,
chi qua chi là. Scendono ciechi al piano,
27portano massi, travi, alberi, cune.

Hanno la cupa voce d’uragano
e di valanga; ed il fragor con loro
30rapido va, ma non è mai lontano.

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Fuor dalle nubi, risplendente d’oro,
l’aquila ruota, remeggiando lenta,
33sopra il terrestre vortice sonoro.

E s’alza ancora ed alto un grido avventa,
atroce, per le vane plaghe sole.
36Tre volte grida, e sta tre volte intenta

all’eco forse che ne mandi il sole.


v


Amore! amore! amore! Ecco apparita
sopra le nubi, immobile su l’ale,
40tremando in cuor lo squillo della vita,

tremando in cuore il palpito immortale
della sua vita, l’altra aquila. S’alza
43lenta, e ricorda a man a man che sale.

Ricorda tutto, e presso lui già sbalza,
e insieme precipitano al profondo,
46prèdansi a furia; l’anno e l’ora incalza:

vuole due grandi aquile nuove il mondo!

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vi


Amore! amore! Or egli tra lo scroscio
delle cascate s’inabissa a piombo,
50artiglia il daino, lacera il camoscio;

e brani rossi porta, e sul rimbombo
delle valanghe suona aspro il suo grido
53di sangue e morte, che poi frena: il rombo

solo dell’ale ode il solingo nido.


vii


Amore! Ed ella cova. Il capo eretto
e gli occhi fissi, lunghi giorni e notti.
57Col rostro adunco ora si spiuma il petto,

sprimaccia il covo. Sente gli aquilotti...