Nuovi poemetti/La mietitura/Il corredo
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IL CORREDO
“Non io ti mando. È un altro che ti manda.
Fa quel ch’io feci, che per te fu bene.
3Va col tuo velo e con la tua ghirlanda.
Te la faremo d’astri e di verbene;
di rose, resti, e per un po’, tu sola.
6Va col corredo quale a te perviene.
Frullare il fuso e correre la spola
facesti assai! La tela, che tessesti!
9Quante coperte e paia di lenzuola!
Tutte son tue; che, quando là ti desti
nei primi giorni, prima che sia giorno,
12pensi che i più, degli anni tuoi, son questi.
Ti sentirai l’odor di casa attorno,
il buon odor di spigo e di cotogno,
15e di tua mamma; ed ecco, di ritorno
sarai, tra noi, se dopo dormi, in sogno.
Facesti assai correre l’ago e il fuso,
la spola e i ferri. Il bene, si ritrova.
19Hai quel ch’è d’uso, ed anche più, che d’uso.
Senza pensarci, ad una casa nuova
tu provvedevi: tu, per quella, in piazza
22la seta e i polli tu portasti e l’uova.
Per quella i teli stavano alla guazza
ed alla luna. Dice il babbo, o Rosa:
25— Ricca da sposa, oprante da ragazza —
Ora, il primo anno, o figlia mia, riposa!
Godi, che n’hai, le calze e le gonnelle
28e le tovaglie a spina, a riso, a rosa.
Per me le hai fatte, e sono così belle!
La madre tua le dona a te... Ma pensa!
31Quando i tuoi vecchi un giorno le ciambelle
ti porteranno, ne ornerai la mensa„.
Così diceva; ma di tanto in tanto
le si arrochiva e si spengea la voce.
35Assieme allora elle faceano un pianto.
Come è qui tutto, insino i fiori, a croce!
La madre altrove la condusse, un banco
38le aperse, nuovo, lucido, di noce.
“È tuo, con tutto il suo tesoro bianco„.