Nuovi poemetti/La fiorita/La cinciallegra

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LA CINCIALLEGRA


i


E poi cantò la cinciallegra, e Rigo
tornò. T’avea sognata sul mattino,
3t’avea sognata tra un odor di spigo,

sognata, o Rosa, in un candor di lino,
candor di fiori prima della foglia,
6senza una foglia, o candido armellino!

Avevi i piedi ignudi su la soglia,
tremavi come un armellino in fiore,
9che trema tutto al vento che lo spoglia.

Era rimasto a Rigo, quel tremore;
nel cuore suo, che per due cuori accanto
12avea battuto un attimo... o quante ore?

Gli era rimasta una dolcezza, un pianto
per lei come pel bimbo che non parla!
15Or pregherebbe come avanti un santo...

E vide Rosa, e non ardì guardarla.

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ii


Cantava a lei, ch’era a ronzar nell’orto,
la cinciallegra, e l’era Rigo a mente,
19quando lo vide, lieto insieme e smorto.

“Rigo!„ E lasciò cadere le semente
che aveva in grembo; e vide sè, smarrita,
22tutt’arruffata, con le vesti scente...

Si ravvïò con le veloci dita:
pareano i segni che si fanno in chiesa.
25Sfiorò d’un tratto fronte spalle vita.

Come pareva anche più bella, accesa
in viso, sfatto il nodo biondo, un piede
28ignudo fuor della gonnella tesa!

“Oh! quant’è mai che non vi si rivede!„
“Il babbo è indietro con le sue faccende:
31gli legherò due viti o tre, se crede... „

Poi mormorò: “Ben rende chi ben prende„.


iii


Squittian nel sole sopra la fanciulla,
chiedeano a lui le rondinelle nere,
35chiedeano: — Ed ora non le dici nulla? —

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Ma Rigo, no; perchè volea vedere.
— Sei tu che vieni a me tutte le aurore?
38Sei tu che torni a me tutte le sere?

Fa, quando s’apre, un fiore più rumore... —