Nuovi poemetti/La fiorita/Il torcicollo
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IL TORCICOLLO
E dicea — Cincin...pota Cincin...pota —
la cinciallegra; e un canto uscì dal prato
3d’erba lupina: un’altra voce nota.
Potava il babbo; lasciò star pennato
forbici e torchi, e poi seguì, fischiando
6anch’esso un po’, l’altro messaggio alato.
Prese la vanga (questo era il comando
dell’altro uccello) dalla punta d’oro;
9andò la bricia a tirar su, con Nando.
Poi spicciolò nel campo il suo tesoro
di chicchi d’oro; e gli dicea, Fa piano!,
12quell’incessante piagnisteo canoro.
Dicea: — Bada! Il granturco non è grano:
ben altra rappa nascerà da un chicco! —
15Quasi parea glieli contasse in mano,
dicendo: — A uno a uno! Non sei ricco! —
Poi l’ammoniva ch’era giunta l’ora
di seminar la canipa. Ma poca!
19E tristo a lungo ripetea, Lavora!
Ei t’ubbidiva, o poverella fioca
canipaiola: e seminò ben fitto,
22dicendo: “Non mai vince, chi non gioca.
Il più del seme ai passeri lo gitto
per certo! È il meno che doventa tela„.
25Però d’intorno non s’udiva un zitto.
Ma il torcicollo a cui nulla si cela,
avanti o dietro, e che giammai non erra,
28cantava pur la lunga sua querela.
Ei li vedeva, i figli della terra,
color di terra, che tendean, gl’ingordi!
31Forse pensava: — E l’uomo muove guerra,
per via di loro, ai torcicolli e a’ tordi! —
Ma l’uomo fece un uomo d’una cappa
e d’un cappello. “E’ vi darà buon conto!„
35diceva: e se n’andò con la sua zappa.
Scesero allora i passeri. Il tramonto
era dorato. Erano cento e cento...
38— Oh! il poveromo! Ha l’ali, al volo è pronto;
ma è confitto, e lo patulla il vento! —