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Come lo ’mperadore Federigo fece una questione a due suoi savie com’elli li guidardonoe

Messere lo ’mperadore Federigo si avea due grandissimi savi: l’uno avea nome messere Bolghero, e l’altro messere Martino. Stando lo ’mperadore un giorno tra questi due savi, l’uno sì li era dalla destra parte e l’altro dalla sinestra; e lo ’mperadore fece loro una quistione e disse:

«Signori, secondo la vostra legge poss’io a’ sudditi miei torre a cu’ io mi voglio e dare ad un altro sanz’altra cagione, acciò ch’io sono signore e la legge dice che ciò che piace al signore sii legge intra i sudditi suoi? Dite s’io lo posso fare, poi che mi piace».

L’uno de’ due savi rispuose:

«Messere, ciò che ti piace puoi fare di quello de’ sudditi tuoi, sanza neuna colpa».

L’altro rispuose e disse:

«Così, Messere, a me non pare, acciò che la legge è giustissima, e le sue condizioni si vogliono giustissimamente osservare e seguitare. Quando voi togliete, si vuole sapere perché, e a cui date».

Perché l’uno savio e l’altro dicea vero, e però donò ad ambendue: all’uno donò capello scarlatto e palafreno bianco, e all’altro donò che facesse una legge a suo senno.

Di questo fu quistione intra ’ savi: a cui avea più riccamente donato. Fue tenuto c’a colui, che avea detto che poteva torre come li piacea, donò robbe e palafreno come a giullare, perché l’avea lodato; a colui che seguitava la giustizia, sì diede a fare una legge.