Novellino/XXI
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Andando lo ’mperadore Federigo a una caccia con veste verdi, sì com’era usato, trovò un poltrone in sembianti a piè d’una fontana; — et avea distesa una tovaglia bianchissima in su l’erba verde et avea suo tamerice con vino e suo mazzero molto pulito. Lo ’mperadore giunse e chieseli bere; e ’l poltrone rispuose:
«Con che ti dare’ io bere? A questo nappo non porrai tu bocca! Se tu hai corno del vino, ti do io volentieri».
Lo ’mperadore disse così:
«Prestami tuo bariglione, et io berrò per convento che mia bocca non vi apresserà».
E ’l poltrone lile porse. Que’ beve, e tenneli lo convenente; poi non lile rendeo, anzi spronò il cavallo e fuggì col bariglione.
Il poltrone avisò bene, a le vestimenta da caccia, che de’ cavalieri dello ’mperadore fosse. L’altro giorno andò a la corte. Lo ’mperadore disse alli uscieri:
«Se ci viene un poltrone di cotal guisa, fatelmi venire dinanzi e non li mi fermate porta».
Il poltrone venne; fue dinanzi a lo ’mperadore; fece suo compianto della perdita di suo bariglione. Lo ’mperadore li fece contare la novella più volte, in grande sollazzo; i baroni l’udiano con gran festa.
E lo ’mperadore li disse:
«Conoscerestu tuo bariglione?»
«Sì, messere».
Allora lo ’mperador lo si trasse di sotto (ché sotto l’avea), per dare a divedere ch’elli era suto in persona.
Allora lo ’mperadore, per la nettezza di lui, li donò riccamente.