Novellino/XXIII
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Saladino fu Soldano, nobilissimo signore prode e largo. Un giorno donava a uno dugento marchi, ché l’avea presentato uno paniere di rose, di verno, a una stufa; e ’l tesoriere suo, dinanzi da lui, li scrivea a uscita. Scorseli la penna e scrisse CCC. Disse il Saladino:
«Che fai?».
Disse il tesoriere:
«Messere, errava» e volea dannare il soprapiù.
Allora il Saladino parlò:
«Non dannare: scrivi CCCC. Per mala ventura se una tua penna sarà più larga di me!».
Questo Saladino, al tempo del suo Soldanato, s’ordinò una triegua tra lui e ’ Cristiani; e’ disse di volere vedere i nostri modi e, se·lli piacessero, diverrebbe cristiano. Fermossi la triegua. Venne il Saladino in persona a vedere la costuma de’ Cristiani. Vide le tavole messe per mangiare con tovaglie bianchissime: lodolle molto. E vide l’ordine delle tavole: ove mangiava il re di Francia, partita dall’altre: lodollo assai. Vide le tavole ove mangiavano i maggiorenti: lodolle assai. Vide come li poveri mangiavano in terra vilmente: questo riprese forte, e biasimò molto che li amici di lor Signore mangiavano più vilmente e più basso.
Poi andaro li Cristiani a vedere la loro costuma: videro che i Saracini mangiavano in terra assai laidamente.
E ’l Soldano fece tendere suo padiglione assai ricco là dove mangiavano. In terra fece coprire di tappeti i quali erano tutti lavorati a croci spessissime. I Cristiani stolti entrarono dentro andando con li piedi su per quelle croci, sputandovi suso siccome in terra.
Allora parlò il Soldano e ripreseli forte:
«Voi predicate la Croce e spregiatela tanto? Così pare che voi amiate vostro Iddio in sembianti di parole, ma non in opera. Vostra maniera e vostra guisa non mi piace».
Ruppesi la triegua e cominciossi la guerra.
Avenne che a una battaglia prese uno cavaliere francesco con altri assai, lo quale francesco li venne in grande grazia tra gli altri, et amavalo sopra tutte le cose del mondo. Gli altri tenea in pregione, e costui di fuori, con seco, e vestialo nobilemente: e’ non parea che lo Saladino sapesse stare senza lui, tanto l’amava.
Uno giorno avenne che questo cavaliere pensava fortemente fra sé medesimo. Lo Saladino si n’avidde: fecelo chiamare e disse che volea sapere di che istava così pensoso; e quelli non volendo dire, lo Saladino disse:
«Tu pure il dirai».
Lo cavaliere, vedendo questo, ché non potea fare altro dissegli:
«Messere, a me soviene di mia gent’e di mio paese».
E lo Saladino disse:
«Poi che tu non vuogli dimorare con meco, sì ti farò grazia e lascerotti».
Fece chiamare suo tesoriere e disse:
«Dalli CC marchi d’argento.»
‘Lo tesoriere li scrivea in escita’ ...