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Come allo ’mperadore Federigo si fuggì uno suo astore dentro a Melano

Lo ’mperadore Federigo stando ad assedio a Melano, sì li si fuggì un suo astore e volò dentro a Melano. Lo ’mperadore fece ambasciadori e rimandò per esso in Melano. La Podesta ne tenne consiglio; aringatori v’ebbe assai: tutti diceano che cortesia era a rimandarlo, più c’a tenerlo.

Un melanese vecchio di gran tempo consigliò alla Podesta e disse così:

«Come ci è l’astore, così ci fosse lo ’mperadore, che noi il faremmo sentire di quello ch’elli fa al distretto di Melano! Perch’io consiglio che non li si mandi».

Tornaro li ambasciadori e contaro allo ’mperadore tutto sì come consiglio n’era tenuto.

Lo ’mperadore udendo ciò disse:

«Come può essere, trovarsi niuno in Melano che contradicesse alla proposta?»

Rispuosero li ambasciadori:

«Messer sì».

«E che uomo fu?».

«Messere, fu un vecchio».

«Ciò non può essere» disse lo ’mperadore, «che uomo vecchio dicesse così grande villania, così ignuda di senno».

«Messer, e pur fue».

«Ditemi» disse lo ’mperadore: «di che fazione era, e di che guisa vestito?».

«Messere, elli era canuto e vestito di vergato».

«Ben può essere» disse lo ’mperadore: «dacché egli è vestito di vergato, esser può: ch’egli è uno matto».