Novellette e racconti/XXXIII. Il Ladro portato per sua vergogna in trionfo

XXXIII.
Il Ladro portato per sua vergogna in trionfo

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Il Ladro portato per sua vergogna in trionfo
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Il Ladro portato per sua vergogna in trionfo.


Ne’ dì passati avvenne che un certo garzonastro di mala vita, di anni diciotto in circa, passando a santa Ternita, vide un fruttajuolo occupato in certi suoi fatti; e adocchiata la bilancia della bottega e mezzo ducato di argento là da un lato, credendosi di non essere veduto, diede su le ugne all’una e all’altro, e se ne andò a’ fatti suoi. Stavano alcuni a vedere quest’atto, ch’egli non se ne accorse: onde appena ebbe tra le mani la roba altrui, gli furono dietro, ed egli messasi la via tra gambe, andava suonando con la bilancia, che parea un cavallo che trotti con la sonagliera. Chi usciva di qua, chi di là. Che è stato? È un ladro. Sempre la gente crescea, [p. 59 modifica]e avea dietro le torme. Giunto a San Francesco e vedendo che le gambe non gli poteano più valere, si lascia andare col capo in giù nel canale per salvarsi nuotando. Le persone gridavano dalla riva, molti erano alle finestre, egli menava le gambe e le braccia; ma fu invano, perchè sfuggiti quelli che lo inseguivano in terra, dette nell’armata navale. Erano in acqua alquanti giovani che nuotavano per sollazzo, i quali andatigli incontra, lo presero e lo diedero in mano a coloro che gli aveano corso dietro lungo tempo. Questi che aveano già ricoverato il furto da lui gittato via nel fuggire, pensarono per castigo di lui di far conoscere pubblicamente chi egli fosse, perchè da indi in poi la gente se ne potesse guardare; e preso un buon gratuccio e legatol su bene, acciocchè divincolandosi non potesse nè fuggire, nè farsi danno, quattro de’ più vigorosi presero le stanghe del graticcio dov’era disteso, e cominciarono a portarlo attorno per tutta la contrada. Il numeroso popolo che dietro avea, cantava le sue lodi, e fu in quel modo portato vivo sulla bara in trionfo per tutte le Fondamenta nuove, e finalmente sciolto e lasciato andare con non so quante ceffate e urli e fischi e risate dietro. — Io ci giuocherei che in suo cuore colui non ha fatto altro proponimento, che di furare un’altra volta con maggiore cautela.