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novella xxxiv. | 59 |
e avea dietro le torme. Giunto a San Francesco e vedendo che le gambe non gli poteano più valere, si lascia andare col capo in giù nel canale per salvarsi nuotando. Le persone gridavano dalla riva, molti erano alle finestre, egli menava le gambe e le braccia; ma fu invano, perchè sfuggiti quelli che lo inseguivano in terra, dette nell’armata navale. Erano in acqua alquanti giovani che nuotavano per sollazzo, i quali andatigli incontra, lo presero e lo diedero in mano a coloro che gli aveano corso dietro lungo tempo. Questi che aveano già ricoverato il furto da lui gittato via nel fuggire, pensarono per castigo di lui di far conoscere pubblicamente chi egli fosse, perchè da indi in poi la gente se ne potesse guardare; e preso un buon gratuccio e legatol su bene, acciocchè divincolandosi non potesse nè fuggire, nè farsi danno, quattro de’ più vigorosi presero le stanghe del graticcio dov’era disteso, e cominciarono a portarlo attorno per tutta la contrada. Il numeroso popolo che dietro avea, cantava le sue lodi, e fu in quel modo portato vivo sulla bara in trionfo per tutte le Fondamenta nuove, e finalmente sciolto e lasciato andare con non so quante ceffate e urli e fischi e risate dietro. — Io ci giuocherei che in suo cuore colui non ha fatto altro proponimento, che di furare un’altra volta con maggiore cautela.
XXXIV.
Di uno Zotico che comperò una polizza di lotto.
Ci sono alcuni uomini, i quali fino a tanto che vivono fuori delle città grandi e stanno a ragionare di cavalli, di archibusi, di beccacce e di lepri, vengono ascoltati a bocca aperta dagli uomini di contado, i quali ammirano con la berretta in mano lo spirito e l’eloquenza di quelli. Ma se mai entrano dove le continue faccende e le conversazioni frequenti acuiscono gl’ingegni, rendendoli pronti e