Novelle rumene/Notizia su I.L. Caragiale

Notizia su I.L. Caragiale

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Ion Luca Caragiale - Novelle rumene (1914)
Traduzione dal rumeno di Costantino Petrescu (1914)
Notizia su I.L. Caragiale
Novelle rumene Cero di Pasqua

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NOTIZIA SU I. L. CARAGIALE

[p. 3 modifica] Nella letteratura rumena della seconda metà del secolo XIX I. L. Caragiale occupa uno dei primi posti, tanto per il genere da lui trattato, quanto per il valore intrinseco della sua produzione letteraria.1

Suo genere preferito è la commedia. Osservatore fine, dotato di una ironia più allegra che mordace, ha riso di gran cuore ed ha fatto ridere i suoi connazionali di tutto ciò che v’è di comico in un popolo costituitosi in stato moderno sull’esempio dei popoli occidentali. [p. 4 modifica]Mentre la maggior parte degli scrittori rumeni si lagnavano della dissoluzione dei costumi patriarcali, vedendo nella realtà presente solamente una cagione di sofferenze, e piuttosto che adattarsi alla nuova vita preferivano fare delle incursioni fantastiche nel passato; Caragiale, proprietario di una birreria situata nel centro della capitale, stava vicino al banco ed osservava gli avventori i quali, davanti al bicchiere di birra che aveva sostituito il buon vino nazionale, discutevano le nuove istituzioni o interpretavano a loro modo le nuove correnti di idee che, con la Costituzione, avevano invaso il paese. Interpretazioni erronee, vocaboli nuovi capiti a rovescio, mutismo generale davanti a qualche parola di cui il significato doveva rimanere misterioso: ecco ciò che avveniva ogni sera alla " Cooperativa ". La maggior parte degli avventori erano politicanti e burocratici, gli stessi che alla vigilia delle elezioni, armati di bastoni e di un ricco dizionario d’invettive, sfilavano per la Calea Victoriei (il Corso di Bucarest), intimando al governo di dare le sue dimissioni. Lo spettacolo è [p. 5 modifica] pietoso e nello stesso tempo ridicolo; e tutto ciò fornisce a Caragiale il materiale per le sue commedie, gli dà occasione di frustare la corruzione politica e deridere tutti quelli che s’affrettano a trarre profitto dal nuovo stato di cose; mal preparati a capire la vita sociale che si sta trasformando; ma dotati di un gran senso pratico. "Scrisoarea perduta " (La lettera perduta) è il suo capolavoro. L’ironia aristofanesca, con la quale ha plasmato i suoi personaggi, ha creato dei veri tipi che sono tuttora vivi in Rumania.

Nelle sue novelle Caragiale ha osservato in tutti gli strati sociali ciò che vi è di dissolvente nella civilizzazione, mettendo, tra l’altro, in evidenza l’effetto comico nascente dall’urto fra il nuovo vocabolario imposto dalle nuove istituzioni e quello nazionale rispondente ad uno stato di cose condannato a sparire.

Apparso in un momento di crisi sociale e psicologica del popolo rumeno, egli ha descritto, con mano maestra, questa fase di transizione. Movendo da questa realtà, la sua commedia non è commedia di carattere; ma [p. 6 modifica] contiene tutto ciò che si può avere di più fine come commedia politica e sociale.

Se Caragiale è il vero creatore della Commedia rumena, a lui si deve, nello stesso tempo, la creazione del dramma nazionale. Il suo dramma popolare "Napasta" (La sciagura) è stato considerato come il capolavoro della produzione del genere in Rumania, e può stare accanto alla: "Potenza delle tenebre" di Tolstoi. Scrutatore profondo dell’anima del contadino, egli ce l’ha descritta in un piccolo numero di novelle, che sono rimaste come esempi tipici d’osservazione profonda. Si può dire che la novella, in Rumania, abbia preso contenuto e forma, degni di questo genere letterario, solamente col Caragiale.

Dopo il romanticismo e il pessimismo di Eminescu, i novellisti rumeni cominciarono a cercare i loro soggetti nella vita delle campagne. Il contadino, superficialmente conosciuto, ha fornito materiale per tutti i gusti; quindi è fiorita, da una parte una novellistica idillica, dall’altra una novellistica piena di tinte fosche; da un lato l’ammirazione dell’uomo naturale, [p. 7 modifica] del contadino, dell’essere felice che vive in mezzo ai prati fioriti, dall’altro la compassione per l’ignorante troglodita ritenuto capace di tutte le passioni inumane. In mezzo a questa letteratura sorge la novella realistica di Caragiale, insegnando alla gioventù letteraria lo spirito dell’osservazione imparziale, dandole degli esempi salutari di realismo. Ciò che distingue il nostro autore dagli altri scrittori rumeni è proprio il suo realismo: non un realismo che ostenti la sua intenzione; ma veritiero e spontaneo, un interessamento alla vita com’è. Sorto nel momento in cui il romanticismo cominciava a tramontare, il Caragiale ha segnato una forte orma nella rinnovata letteratura rumena e ha creato cose perfette così nella commedia come nel racconto.

C. P.

  1. Nacque nel 1853 da una famiglia d’attori, e passò i primi anni della gioventù fra le scene. La sua vita nomade gl’impedì di seguire un corso regolare di studi; non giunse infatti che ad una licenza ginnasiale. In generale la sua vita fu tutt’altro che tranquilla. Passò alternativamente dalla povertà alla ricchezza, che non ebbe mai troppa cura di conservare; fu suggeritore di misere compagnie randagie, impiegatuccio, direttore di teatri o di riviste letterarie, proprietario di una birreria nel centro della capitale, milionario per eredità, prodigo spensierato. Negli ultimi anni si stabilì a Berlino, ove morì nel 1912