Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono/Prefazione
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PREFAZIONE
Mentre nel secolo passato parecchi chiari uomini erano intenti ad illustrare i vasi antichi, il Passeri (ch’era così versato nella geologia come negli studî archeologici) avvisatamente notava, che non avrebbe fatta opera di lode men degna chi l’animo avesse rivolto alla illustrazione delle maioliche dipinte, le quali in questi ultimi tempi fecero onore all’Italia. Nè mal si appose quel raro ingegno; chè il suo libro delle maioliche pesaresi fu accolto con plauso dall’universale. In prosieguo l’esempio del Passeri fu seguito dal Pungileoni, dal Montanari, dal Muzzi, dal Frati, dal Raffaelli e da tanti altri: i quali degnamente parlando delle maioliche lavorato nel Pontificio, loro accrebbero il grido che aveano acquistato.
Le officine di Castelli, che mantennero l’onore dell’arte ceramica nel regno di Napoli, e ravvivarono quella già scaduta di pingere in maiolica, non sono abbastanza conosciute, perchè insino ad ora non ebbero chi le trattasse al disteso. Se ne togli il Giustiniani, che a discorrere di esse alquanto s’intrattenne1, gli antichi scrittori le passarono con poche parole. Da questo è proceduto che le nostre maioliche sono spesso confuse con quelle di altri luoghi: nè ciò si è visto avvenire solo in lontane regioni, ma anche nella nostra Italia. Sia di esempio l’inganno dell’egregio dottor Frati, che nel descrivere la celebre raccolta Delsette, credette lavorate in Castel Durante circa 400 opere della nostra Castelli2. Ma assai onora questo valente uomo la candidissima confessione che fece del suo errore, allorchè illustrò il Museo Pasolini3: verissime tenendo le osservazioni del chiaro avvocato de Minicis4.
La presente età, più curante dell’onore delle nostre arti, non ha trasandato di celebrare le antiche maioliche castellane. Lasciano star quelle carte, che brevemente e di passaggio toccarono questa materia, voglionsi qui ricordar quelle che di proposito la trattarono. Il Cherubini assai tenero della gloria abruzzese, nel 1845 la prima volta, e poi negli anni seguenti con molta erudizione parlò di alcuni pittori della famiglia Grue, e con buon gusto artistico illustrò vari loro dipinti5. Appresso nel 1847 un cenno storico intorno all’origine e ai progressi dell’arte figulina in Castelli, fu da me letto all’Accademia degli Aspiranti Naturalisti6. Da ultimo una dotta lettera intorno a siffatto argomento, fu dal Bonghi data in luce nello scorso anno: con la quale, dopo aver discorso dello stato dell’arte ceramica ne’ vari tempi, viene bellamente e con finissimo giudizio a descrivere talune delle più vaghe pitture in maiolica raccolte nel suo Museo7. Però queste brevi scritture, nel dar nome alle maioliche castellane, misero in molti il desiderio di aver notizie più minute di esse. Onde io, che molto le ho a cuore perchè son cose della mia patria carissima, volentieri ripresi questo lavoro, e sollecitamente mi diedi a cercare tra le antiche memorie, e a raccogliere dalla tradizione popolare tutto che riguardar potesse la storia di questa nostra industria. Oltre a ciò mi feci ad osservare con grande diligenza quante maioliche antiche io potei: ed in particolar modo posi ogni mio studio in quelle che portano segnato l’anno ed il nome dell’artista. Così guidato solo dal natural senno, m’ingegnai di studiar le vicende di quest’arte presso di noi; e di acquistar qualche pratica della maniera di dipingere de’ nostri pittori: chè sebbene tutti siano di una medesima scuola, pure ciascuno conserva un fare tutto proprio, che lo fa singolare dagli altri.
Nel porre ad ordine le presenti notizie, spesso dolevami di vedere ignoti tanti nomi di valorosi pittori, e quasi celata gran parte di questa nostra gloria artistica: perciò, senza più mettere indugio, lascio dar fuori questa mia povera fatica, sperando che non sia stimata al tutto vana e disutile dagli amatori delle buone arti.
Note
- ↑ Dizionario storico ragionato del Regno di Napoli, alla parola Castelli. — Napoli 1797.
- ↑ Descrizione di un’insigne raccolta di maioliche dipinte, dal n.° 551 al n.° 917. — Bologna 1844.
- ↑ Descrizione del Museo Pasolini di Faenza, pag. 33. — Bologna 1852.
- ↑ Cinque lettere sulla raccolta delle maioliche dipinte di G. Delsette esistente in Bologna, pag. 7 — Bologna 1845.
- ↑ V. il Poliorama Pittoresco, luglio 1845, fogl. 49. pag. 391 — Giugno 1846, fogl. 46. pag. 366. — Marzo 1853, fogl. 42. pag. 331. — V. pure Scritti artistici, Chieti 1851.
- ↑ V. il Giornale delle due Sicilie, gennaio 1848. fogl. 12. — Questa scrittura fu in seguito pubblicata con alcune aggiunte nel Poliorama Pittoresco, Ottobre 1852, fogl. 21, pag. 167.
- ↑ Intorno alle maioliche di Castelli, lettera di Diego Bonghi al Comm. Bernardo Quaranta. — Napoli dai tipi del Nobile 1846.