Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono/Capitolo VIII/Grue Saverio

Capitolo VIII - Grue Saverio

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GRUE SAVERIO.

Nacque Saverio in Napoli nel 1731 da Francesco Grue, che per fuggire l’ira del Marchese della Valle dimorava in quella città, e da Candida Ruggieri napolitana. Era ne’ quattro anni di età, quando venuto a morte il Marchese, il padre il menò seco in Castelli, dove fece istruirlo nelle lettere italiane e latine. Se non che amando egli, più che gli studî severi, la pittura, si pose a seguitare l’esempio e gli ammaestramenti del genitore: il quale essendo giunto a grande eccellenza nel dipingere sulla maiolica, gli aperse tutti i segreti di quest’arte difficilissima.

Entrato appena ne’ quindici anni, le sue pitture fecero presagire quanto valente sarebbe un dì riuscito. Morto in questo tempo il padre, Saverio continuò a [p. 93 modifica]percorrere l’intrapreso cammino, studiando con somma affezione le opere di lui; sicchè si vide ogni dì salire in estimazione. La sua fama nel dipingere le maioliche essendo venuta a notizia della Corte di Napoli, l'augusto Re Ferdinando I lo chiamò in quella città a soccorrere col suo ingegno la Real fabbrica di porcellana.

Siccome a que’ dì i dotti ne’ diversi paesi erano intenti al miglioramento di questa manifattura, il Grue per conoscere il risultato delle loro esperienze, deliberò d’imprendere un viaggio per la Germania, dalla quale passò alla Francia, e quindi all’Inghilterra. Dalle visite fatte alle più celebri officine ceramiche di Europa, molto si avvantaggiò il nostro artista, e segnatamente apprese la maniera di preparare i colori a fuoco di muffola, o di riverbero. Forse dopo i suoi viaggi, tornato in Napoli, fu nominato Direttore della Real fabbrica di porcellana: certo è però che nel 1798 reggeva quella Real officina1, e vi durò finchè fu dismessa verso il 1806. Poco dopo, pieno di anni e di meriti, fra gli agi che la sua arte gli aveva procurati, finì sua vita in Napoli.

Il ritratto di questo pittore fu pubblicato dal Cherubini nel Poliorama Pittoresco2. Egli ebbe moglie e figli, tra’ quali uno chiamato Francescantonio, che tolse per moglie una sua cugina in Atri. Questi attese nella sua gioventù anche alla pittura in porcellana, e lasciò [p. 94 modifica]alcuni pregevoli lavori, che soleva cifrare con le iniziali del suo nome e cognome.

Saverio Grue non fu solo valente nel dipingere, ma anche nel lavorare di stecca: come testimoni della sua valentia in quest’arte ci rimangono ancora alcune sue opere scolpite in porcellana. Poche son le pitture chelasciò a gran fuoco, perchè dopo la sua gioventù, abbandonò al tutto l’antica maniera. Talune maioliche da lui colorate si conservano nel Museo Bonghi, fra le quali si distingue una di figura ovale della lunghezza di un palmo e mezzo, rappresentante la Torre di Babele: essa è ammirabile per la nettezza del contorno, e diligenza del disegno, come pure per la leggerezza del pennello. In questo dipinto l’artista ha segnato il nome nel modo seguente:

s. grve p. 1755.

Son molti i lavori lasciatici a fuoco di riverbero, i quali onorano e rendono pregevoli le antiche porcellane di Napoli.

Note

  1. V. i cenni storici sulle istituzioni scientifiche, letterarie, e di belle arti del Regno di Napoli, del Cav. de Luca; riportati negli Annali Civili, vol. LIII. pag. 119.
  2. An. 1853. foglio 42, pag. 332.