Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono/Capitolo VIII/Grue Carlantonio

Capitolo VIII - Grue Carlantonio

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GRUE CARLANTONIO.

Da Francesco Grue e da Cecilia Nicolini nacque Carlantonio il dì 20 agosto del 1655. Di buon’ora diè chiari segni dell’altezza del suo ingegno, onde il padre fu sollecito a provvederlo di maestro che scorta gli fosse [p. 77 modifica]nello studio delle lettere. Ma siccome sentivasi più inchinevole ed acconcio alla pittura, così volle piuttosto seguire gl’insegnamenti e la guida del padre: il quale non seppe opporsi al desiderio del figliuolo, anzi fecegli aperto in picciol tempo quanto avea imparato con gravi spese e con assidue fatiche. Però Carlantonio non si stette sol contento a questo; chè con l'altezza della sua mente avea scorto quanto lontana dalla via della perfezione era in Castelli la pittura in maiolica. Sicchè tanto si lavorò l’ingegno, che giunse ad aver il vanto di esserne il restauratore.

Ebbe due mogli e parecchi figluoli, che divennero chiari e famosi nell’arte del genitore: essi formarono la sua delizia ed il suo conforto, finchè passò di questa vita il dì 23 settembre del 1723.1

Diede opera a dipingere paesi e storie sì sacre che profane, che conoscono il fino dell’arte; ma sono assai rare le pitture. Una n’è rimasta in Castelli mediante il costante animo di una donna, che, lasciata vedova e madre di piccoli figliuoli dal suo consorte, ha saputo resistere al bisogno ed alle ricche profferte de’ forestieri, per conservare questa memoria alla sua famiglia. Essa racconta che la casa Cappelletti (nella quale andò a marito) ebbe sempre in pregio e molto caro questo dipinto: forse [p. 78 modifica]Carlantonio diede in ricordo questo quadretto, rappresentante la Sacra Famiglia, alla sorella Superna congiunta in matrimonio con Berardino Cappelletti. Vedesi alla destra del riguardante la Vergine seduta leggiadramente vestita; il cui volto è ammirabile per venustà e pia espressione. I suoi ochi sono amorevolmente intenti al bambino, che siede sulle ginocchia della madre, ed è rivolto tutto festoso a guardare il Battista, che gli sta innanzi prostrato in atto di baciargli il piede. Alla sinistra sta S. Giuseppe, intorno a cui qualche giudice troppo severe potrebbe sottilizzare, che il pittore abbia dato poca nobiltà di fattezze. Ma intorn a ciò sia che vuole, certo è che i volti delle altre figure, specialmente di Maria, sono bellissimi e molti espressivi. Questa dipintura, che vuolsi ammirare per dolcezza e facilità di pennello, è tutta maestrevolmente lumeggiata d’oro: appiè della veste della Vergine, trai fregi che l’ornano, l’artista ha nascosto queste due lettere: G. P. (Grue pinse). Nel rovescio poi si veggono composte in cifra le iniziali del suo nome e cognome: C. A. G.

Note

  1. Il Cherubini, forse non bene informato da chi gli diede le notizie de’ nostri pittori, scrisse che Carlantonio nacque nel 1653 e che morì nel 1722.