Non vide cosa mai tanto eccellente
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xxxii
Sonetto fatto per un amico.
Non vide cosa mai tanto eccellente
quel che fu ratto insino al terzo cielo,
e non udí giá sí suave melo
Argo, che mal per lui tal suon si sente;
e la fenice, s’è il suo fin presente,
tanti odor non aduna al mortal telo;
non fu sí dolce il cibo e ’l nostro velo,
che mal per noi gustò il primo parente.
Né mai tanta dolcezza ad alcun dette
Amor, se contentare appien lo vòlse,
quanta è la mia, né vuol che ad altro pensi.
Io benedico l’arco e le saette
e la cagion che libertá mi tolse,
da poi che cosí ben mi ricompensi.