Tendenze dell'Austria rispetto agli Italiani

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Tendenze dell'Austria rispetto agli Italiani
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Per ciò che risguarda l’Austria dal sin qui detto è facile dedurne cosa io ne pensi. Non mi fanno quindi breccia, ripeto, per assonnarne gl’italiani le esagerate [p. 27 modifica]descrizioni che il mal vezzo e l’innocente persuasione di alcuni giornali ci regalano ogni giorno di demoralizzazione, di sfasciamento, di assoluto isolamento, di inscienza governativa, di depauperamento esiziale di quell’impero; cose tutte che se hanno — come è indubitato — un fondo di verità, devono essere considerate con maturità di consiglio a fronte degli elementi di forza, di tatto politico, di prepotenza che vi fanno indubbio contrasto, per non cadere nella rete. Tengasi per fermo che l’Austria non cede mai che alla forza, e cede con animo deliberato di riprendere il perduto, sovente con nuove appendici, tostochè le se ne porga o ne abbia il destro.

Con questo principio per guida, ogni italiano può giudicare l’attuale vera condizione della patria nostra senza illudersi, per prepararsi quindi al còmpito supremo, cioè, di obbligare i suoi eterni nemici o con trattati, o colla forza delle armi lealmente e francamente, a ripassare per sempre le Alpi.

Evvi un partito in Austria stessa che consiglierebbe al Governo di abbandonare del tutto l’Italia, piaga incurabile e forse la sola incurabile dell’Impero Austriaco verso altri compensi, ma non è a credersi che quel governo ottemperi a quel savio ed utile partito.

Dico utile non solo relativamente ai compensi che ne potrebbe ritrarre, ed all’enorme economia che ne conseguirebbe nel suo bilancio della guerra, ma anche per lo slancio che prenderebbero i commercii, le industrie e gli interessi tutti di quel vasto impero, atteso i nuovi rapporti che sorgerebbero fra popolazioni divenute amiche, e non più avversate dall’odio e dallo [p. 28 modifica]aborrimento che da tanti secoli negli Italiani a giusta ragione si ricambiavano.

Tutti rammentano come John-Bull credeva di scendere agli abissi affrancando il fratello Jonathan, e come l’Olanda vedesse con ispavento economico la separazione del Belgio: ebbene, l’America si separa dall’Inghilterra il Belgio dall’Olanda, e tutti quei fortunati paesi aumentano in pari tempo di prosperità, di ricchezza e di relativa potenza.

Un ultimo avvertimento voglio dare agli italiani relativamente all’Austria e consiste in ciò, che non bisogna porre fra gli improbabili casi per perdere tempo al conseguimento prudente, ma sollecito del massimo intento nostro, quello che l’Impero Austriaco all’estremo di ogni altro spediente per reggersi, ricorresse ad una modificazione di politica interna, e forse anche dinastica, in senso liberale, modificazione che potrebbe risanare moltissime piaghe di quella vecchia monarchia e ridonarle per lo meno ancora un mezzo secolo di vigoria e di vita: Avvegnachè a mio avviso non gli italiani — che nol potrebbero in nessun modo — ma i Magiari e gli Slavi ne andrebbero oltremodo lieti e si affezionerebbero di nuovo alla Casa Ausburghese, per non dire dell’effetto rilevante che ciò produrrebbe in Germania a favore dell’Austria.