Non perchè poche pietre peregrine
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XVIII
PER IL SIG. CRISTOFORO BRONZINO.
Non perchè poche pietre peregrine
Ornino questa tomba in cor ti vegna,
Che il seppellito qui sia vil persona:
Grande error certamente oggi ti prende,
Grande ben molto, o passaggier, se credi,
Che il nome consegnato a questi sassi
Non se ne voli altier per l’Universo.
È qui chiuso il Bronzin, quel dagli allori:
Egli molto onorò l’arte d’Apelle,
E co’ pennelli e coi color fe’ vere
Le menzogne famose degli Argivi:
Caro alle belle Muse, ond’ebbe in dono
Castalia cetra, a cui sposando i versi
Sembrò Sirena; ei non fu già diletto
Allo strale d’Amor, che lo trafisse,
E lo fece adorar vedovo sguardo,
Ripien di froda; ma pentito al fine
Diè bando al Mondo, e si rivolse al Cielo.
Nacque sull’Arno; ivi fu caro a’ regi;
Amò gli amici, e dagli amici amato
Visse ora contristato, ora giocondo.
Quaranta volte avea recato il sole
Alle ciglia di lui l’auree bellezze
Dell’odorato april, quando suo stame
Atropo ferocissima recise.
Tu, che leggesti, se versar non puoi
Sul sasso Indico balsamo ed amomo,
Almen per tua bontà, fa ch’egli senta
Un amoroso vento di sospiri.