Non così tosto io miro
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LXXI
Si consola con la sua Donna.
Non così tosto io miro
Il vostro vago ardore,
Che cessa ogni martíro,
Onde m’affligge Amore;
5Cotanto ha di valore,
Occhi, vostra beltà.
Uscir dal fianco ardente
Sospir non ha diletto,
Ne fa sentir dolente
10La lingua alcun suo detto,
Ne giù per gli occhi al petto
Pur lagrima sen va.
L’alma, che sbigottita
Degli affanni mortali,
15Ama fuggir la vita
Per si fuggir suoi mali,
Lascia in riposo l’ali,
E più nel cor si sta.
Sgombra nuova dolcezza
20Dal viso ogni mia pena,
E non so qual chiarezza
Mia fronte rasserena,
Che d’atro duol ripiena
Mette in altrui pietà.
25Tutta al fin si ravviva
La mia vita amorosa,
Qual fiore in fresca riva
All’alba rugiadosa,
O qual serpe squamosa
30A’ Soli dell’està.
Tanto poss’io contarvi,
Begli occhi, di mio stato;
Ma se viene in mirarvi
Altri si fortunato,
35Deh quanto fia beato
Chi mai vi....!