Ninive
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
CIII
NINIVE
Adhuc quadraginta dies.
Il vaticinio dei quaranta soli
esce dal labro al pallido profeta;
e frusti enormi d’alabastro e creta
son della eversa Ninive le moli.
E or qui sui vespri, come Iddio decreta,
aprono le trecento aquile i voli;
e, se non gemi, di che gemer suoli,
a veder tanta gloria e tanta piòta?
I magi e i re della cittá diversa
sparvero; e in pugno poca polve io stringo:
sogno l’arpe dell’Asia, e non le sento.
Tutto un mondo peri: solo attraversa
le rosse lande l’arabo ramingo,
e sparge l’inno della morte al vento.