Naja Tripudians/XXIV
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XXIV.
Rimasta sola Myosotis si guardò intorno smarrita. Che cosa fare? Era impossibile, impossibile scendere così. Per quanto ne dicesse Lady Randolph, era impossibile! Se avesse avuto uno scialletto, una sciarpa.... avrebbe potuto coprire quella spalla nuda, il petto, il collo. Forse la cameriera gliene avrebbe portata una?... Ma restava ancora la gonna, la terribile gonna, diafana, trasparente che lasciava travedere ogni linea, ogni curva.... Impossibile! impossibile!
Myosotis si sentì alternatamente avvampare e gelare al pensiero di scendere in quella guisa; suonò il campanello per chiedere che le portassero le sue valigie.
Nessuno rispose. Nessuno venne.
E i minuti passavano; tra poco suonerebbe il gong.
Seguendo un impulso fanciullesco, un’abitudine presa fin da bambina nei momenti d’incertezza o d’ansia, Myosotis cadde a ginocchi. Nella sua impudica veste di tulle cerula, s’inginocchiò accanto al letto e chinò il viso tra le mani. Iddio l’avrebbe aiutata, Iddio l’avrebbe consigliata.
E pregò. Pregò: — Buon Dio, aiutatemi!... Ditemi voi come devo vestirmi per scendere in quel salone. Aiutatemi buon Dio!... Consigliatemi. Ispiratemi!
Rimase immobile, aspettando il consiglio, l’ispirazione.
Non venne.
Una porta da basso si aprì e si richiuse, lasciando sfuggire il rumore di voci e di risate maschili.
Lenta, triste, Myosotis si alzò d’in ginocchio, lo sguardo turbato fisso davanti a sè.
Ed eccolo il consiglio! Ecco l’aiuto, ecco l’ispirazione! Là, davanti a lei, sul letto, come l’aveva gettato spogliandosi, stava il suo abito da viaggio, il disprezzato abito bleu-marin, un pò polveroso, un pò usato, un pò logoro; ma chiuso e intero e opaco e decente.
In un attimo Myosotis era sgusciata dai veli ceruli, s’era tolta le calze e le scarpette bianche, aveva rimesso le sue calze di filo nero, le sue scarpe da passeggio raccomodate. E il gong non aveva ancora suonato, ch’ella era già vestita e pronta a scendere.
Tuttavia, esitava sul limitare; ondate alterne di caldo e di freddo la facevano sudare e tremare.... Certo era doloroso presentarsi in quella guisa al pranzo di gala di Lady Randolph; certo sarebbe penoso aprire la porta di quel salone e rivelarsi così mal vestita agli occhi sdegnati di Lady Randolph, allo sguardo stupito dei suoi invitati. Ma mille volte peggio sarebbe stato scendere in quei ceruli veli trasparenti, presentarsi seminuda al cospetto di quegli uomini....
E Myosotis con un piccolo singhiozzo, girò la maniglia e scese.