Musa, Amor porta novella

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Musa, Amor porta novella Intestazione 4 agosto 2023 75% Da definire

In sulla ghiaja Occhi armati di splendore
Questo testo fa parte della raccolta Canzonette di Gabriello Chiabrera


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XXXIX

Consola Amarilli febbricitante.

Musa, Amor porta novella,
     Ch’è per me piena di pene;
     Amarillide mia bella
     Ha ria febbre entro le vene,
     5E dal fior della bellezza
     Sta lontana ogni allegrezza.
O Melpomene diletta,
     Spiega l’ali tue dorate
     Là ’ve l’egra giovinetta
     10Mena in doglia le giornate,
     E di canto falso, o vero
     Rasserena il suo pensiero.
In tua man sono i tesori
     Di Castalia e d’Elicona;
     15Sai di Giove i tanti amori,
     Sai ch’il cielo egli abbandona,
     E per farne il suo desío
     Ei trasforma la bella Io.
Tu sai dove, e per quai modi
     20Nel bell’ôro egli piovea;
     Sai nel Cigno le sue frodi,
     E la favola Ledea;
     Sai, che a doppio il Sole affrena,
     Tormentato per Alcmena.
25Tai memorie avran potere
     Di recarle alcun diletto,
     Ma seguendo il mio volere
     Canterai d’altro subbietto,
     E dirai l’alta rapina,
     30Ch’ei fe’ già per la marina.
Quando uscendo il Sol dell’onde
     Sul bell’ôr del carro eterno,
     Giva Europa per le sponde
     Vagheggiando il mar paterno;
     35Da lontan Giove la scôrse,
     E gran fiamma al cor gli corse.
Sì lo prese il nuovo affanno,
     Sì lo strinse il gran desíro,
     Ch’egli ordì ben strano inganno
     40Alla Vergine di Tiro:
     Di bel toro il volto ei prende,
     Ed a’ pié le si distende.
A mirar l’alta bellezza,
     Di che adorna era la fera;
     45Come avvien pur per vaghezza,
     Ferma il piè la Donna altera,
     Poscia a lei corre vezzosa,
     Poi sul tergo le si posa.
L’animal tutto arricchito
     50Dal tesor, che pur chiedeva,
     Per amore alza un muggito,
     Poi sul piè dolce si leva,
     Poi ne va per la campagna,
     Poi nel mar l’unghia si bagna.
55Così l’inclita fanciulla
     Passo passo s’assicura;
     Già col toro si trastulla,
     Già depone ogni paura;
     Quando Giove ecco repente
     60Nuota in mar velocemente.

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Dentro il pelago s’avventa
     Lieto in sè del grand’acquisto,
     Ma la Vergine paventa,
     E con cor pensoso e tristo
     65Con le man le corna afferra,
     E riguarda in ver la terra.
Poi che al fin più le fu tolto
     Rimirar l’amata riva,
     Di pallor si tinge il volto,
     70Che ostro dianzi coloriva,
     E bel nuvolo di pianti
     Va turbando i bei sembianti.
Indi volta a rischi indegni
     Manda al Ciel voci funeste:
     75Dunque tolta a’ patrii regni,
     Fra rei mostri e fra tempeste,
     Lascerà l’ossa infelici
     La Regina de’ Fenici?
Lascia omai, lascia i sospiri,
     80Giove allor dolce le dice,
     Così, giovine, sospiri?
     Chi veggendoti felice
     Bramerà tuoi pregi alteri,
     Nè vedrà come gli speri.
85Io son Giove, in quest’armento
     Mie sembianze ho trasformate
     Per cessar mio gran tormento
     Testimon di tua beltate;
     Se perciò senti involarti,
     90Hai tu cosa onde lagnarti?
Sì, parlando egli consola
     Quei suoi nobili dolori:
     Ecco poi che interno vola
     Bell’esercito d’Amori,
     95Che talor nella marina
     Bagna l’ali, e le s’inchina.
Con insidie così care,
     Con tal’arte di dolcezza,
     Tutt’allegra in mezzo al mare
     100Ne portò l’alma bellezza;
     Poi nell’Isola di Creta
     Di tre figli ella fu lieta.
Ma se forse, o nobil Musa,
     Cotal canto a te non piace,
     105Canta il corso d’Aretusa,
     Che sotterra andò fugace;
     O l’ardor di Galatea,
     O l’amor di Citerea.