Mostra di medaglie napoleoniche/Premessa
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PREMESSA
In Italia, durante il Rinascimento, in accordo con le sue concezioni umanistiche, fiorisce con la medaglia una forma di espressione artistica esclusivamente volta ad esaltare l’individuo nella sua aspirazione alla gloria, e completamente estranea a un fine di circolazione monetaria, fenomeno che non ha precedenti nè nel mondo antico, nè nel mondo medievale.
Si considera come prima medaglia quella che fu fusa nel 1438 da Antonio Pisano detto il Pisanello, per Giovanni VIII Paleologo in occasione della sua venuta per il Consiglio di Ferrara.
Inizialmente la medaglia si avvale della tecnica della fusione, cioè di quella stessa di cui si avvale la scultura in bronzo; verso la metà del ’500 però si abbandona questa tecnica a favore della coniazione ed anche questo è un motivo della lenta graduale decadenza dell’arte della medaglia. Scompare via via il forte plasticismo, prerogativa di quasi tutti i medaglisti del secolo XV e degli inizi del secolo XVI, il rilievo diventa più basso e la medaglia più piccola. Dall’Italia l’arte della medaglia si diffonde per tutta Europa, ma tra la fine del secolo XVII e gli inizi del secolo XVIII si risente ovunque l’influsso della medaglia francese.
Luigi XIV instaurò per primo la tradizione di una «storia metallica», intesa a celebrare tutti gli avvenimenti gloriosi e felici del suo regno, tradizione che la Rivoluzione stessa non abbandonerà col dichiarato intento di imitare in ciò Greci e Romani.
L’idea di una «Storia metallica di Napoleone» nacque nella mente dell’imperatore stesso, tanto che il 23 Gennaio 1803 fu ristabilita, sotto il nome di «Classe d’histoire et de litterature ancienne», la antica «Accademia delle Iscrizioni e delle Belle Lettere», investita, come prima della Rivoluzione, della missione di comporre le medaglie ufficiali e le iscrizioni destinate a ornare i monumenti pubblici. La raccolta dei disegni per la «Storia metallica di Napoleone», insieme alle iscrizioni che dovevano commentarli, è conservata presso i registri dell’Istituto Imperiale.
Tuttavia la rapidità con cui si succedettero gli avvenimenti sotto l’Impero fece si che i progetti non potessero essere eseguiti.
Esponiamo in questa occasione, quale arricchimento della raccolta di medaglie napoleoniche appartenenti al Museo Civico di Modena, il raro volume, di recente acquistato, «Les medailles historiques du règne de Napolleon le Grande, Empereur et Roi» pubblicato sotto gli auspici della Società Numismatica di New York da Ernest Babelon nel 1912 a Parigi - ed. Leroux, contenente appunto la riproduzione di tutti i disegni preparatori, nonchè delle leggende, realizzati dalla «classe d’histoire et de litteratuvre ancienne» per volontà di Napoleone.
La raccolta civica quale ci è pervenuta comprende invece una serie quasi completa di medaglie estranee alla «Storia metallica» intrapresa dalla detta Classe d’Histoire et de Litterature ancienne de l’Institut Imperial. Infatti avvenne sotto Napoleone come sotto l’Ancien Regime: oltre le serie uniformi della grande impresa ufficiale furono anche fuse e coniate moltissime medaglie storiche.
Quelle fra esse fabbricate dalla Zecca di Parigi furono ordinate da diversi ministeri, amministrazioni pubbliche, prefetti di città, corporazioni, privati e furono progettate ed eseguite sotto la direzione di Vivant Denon, nominato da Napoleone oltre che Direttore Generale dei Musei al Louvre anche Direttore della Zecca. Su questi pezzi, quasi tutti notevolissimi, si trova perciò spesso, oltre alla firma dell’artista, la scritta «Denon direxit» abbreviata o esplicitamente espressa. Queste medaglie furono incise dai migliori artisti del tempo, fra i quali figurano per primi: Andrieu, Duvivier, Tiolier, Brenet, Michaut, Gayrard, Depaulis, Jaley, Jeuffroy, Droz, Duprè, Dumarest, Jouannin, Galle, Gatteaux ed altri noti medaglisti. Data la varietà dei committenti e il numero degli artisti queste medaglie, pur dominate da una impronta di accademismo classicheggiante alla romana, si presentano sotto gli aspetti più vari, per le effigi dell’Imperatore, per la composizione dei rovesci, per la enunciazione delle leggende e per la qualità artistica.
Anche se non si può condividere l’opinione di Ernest Babelon che considera le teste di Napoleone incise da Andrieu e Droz fra le più belle creazioni dell’arte della medaglia nei tempi antichi e moderni, non si può non ammirare di quelle, oltre la sicurezza del disegno e la finezza del modellato, la nobile impronta di classicità nella presentazione, che sembra quasi sempre prevalere sulla freddezza accademica.