Morte dogliosa, ché non vien' di botto

Giuntino Lanfredi

Aldo Francesco Massera XIV secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu sonetti Morte dogliosa, chè non vien'di botto Intestazione 12 dicembre 2021 75% Da definire

Vento a levante e di meridiana Amor non lesse mai l'avemaria
Questo testo fa parte della raccolta X. Giuntino Lanfredi
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II

Per la sua povertá né anche la Morte vuol aver che fare con lui.

— Morte dogliosa, ché non vien’ di botto,
poi ch’i’ ti chiamo dolzemente a mee?
— Perdonami, Giuntin, ch’io nol faree,
4per che tu hai un’arma, ch’i’la dótto.
— Or ho meglior arme, che Lancialotto
o quanti cavalier ebbe anco o ree?
— Tu hai tal arme, ch’io non scamperee,
8s’io t’assalisse con piú di vintiotto.
— Deh per Deo, mostr’a me queste arme, Morte,
ch’io le possa prestar a un mio amico,
11lo qual dice che ti ridótta forte.
— Presta la povertá, e poi ti dico
che apra l’uscio con tutte le porte,
14e non curi di me, che vaglia un fico. —