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La neve di Natale Espressioni di pioggia e d'agonia

«Mais où sont les nèiges d'antan?“ (Villon)


La cornamusa, poco fa, con lento
ploro, evocava la caduta lieve
sopra la terra d’una vecchia neve
4d’avorio, in un lontano Settecento.

Una neve ch’essendo da molt’anni
per via, nell’aria, avesse consumata
la veste che l’inverno aveale data,
8tutta candida, all’alba dei suoi anni,

e scendesse appassita, in un Natale
già celebrato da generazioni
d’ave defunte, tacita tra i suoi
12sfiniti d’una vecchia pastorale.

Una neve di cipria e di belletto,
come sopra un presepe, dove tutte
le figurine portano bautte,
16e danzano con grazia il minuetto,

mentre un abate cicisbeo, che conta
alle dame una favole scipita,
pensa a una sua felicità finita
20con quell’anno benigno che tramonta.

Neve su neve: pergamente antiche.
E sempre neve: otri di cornamusa.
Vecchia neve che il tempo tenne chiusa
24entro madie, col miele e con le spiche.

Una neve di secoli che fosse
seppellitrice di quel mondo vano
che il Longhi popolò con la sua mano
28forse di teste un poco troppo grosse.

Una neve tarlata che cadesse
come un vecchio soffitto a rose gialle,
rovinate in silenzio sulle spalle
32d’un concilio di mummie genuflesse.