Capitolo 118
Ancora divisa de la provincia di Caragian

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Capitolo 118
Ancora divisa de la provincia di Caragian
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Quando l’uon si parte de la città di Iacci e va 10 giornate per ponente, truova la provincia di Caragian; e la mastra città del regno è chiamata Caragian. È sono idoli e sono al Gran Kane; el re si è figliuolo del Gran Kane. E in questa provincia si truova l’oro di pagliuola, cioè nel fiume, e ancora si truova in laghi e montagne oro piú grosso che di pagliuola; e danno un saggio d’oro per sei d’ariento. Ancora qui si spende le porcelane ch’io vi contai; e in questa provincia non si truova queste porcelane, ma vi vegnono d’India.

E in questa provincia nasce lo grande colubre, el grande serpente, che sono sí dismisurati che ogn’uomo ne dovrebbe pigliare maraviglia; e sono molto oribile cosa a vedere. Sapiate per vero che lí vi n’à di lunghi 10 passi, e sono grossi 10 palmi: e questi sono li magiori. Elli ànno due gambe dinanzi, presso al capo, e non ànno piede, salvo un’unghia fatta come di leone; lo ceffo à molto grande, lo naso magior ch’un gran pane, la bocca tale che bene inghiottirebbe un uomo al tratto, li denti grandissimi; ed è sí ismisuratamente grande e fiera, che no è uomo né bestia che no la dotti e non n’abbia paura. E ancora vi n’à de’ minore, cioè d’otto passi e di 6.

La maniera come si prendono si è questa. Elle dimorano lo die sotterra per lo grande caldo; la notte escon fuori a pascere, e prende tutte quelle bestie che possono avere. Elle vanno a bere al fiume e al lago e a le fontane. Elle sono sí grande e sí grosse che, quando vanno a bere o a mangiare di notte, fae nel sabione, onde vae, tal fossa, che pare ch’una botte vi sia voltata. È cacciatori che la vogliono pigliare, veggono la via ond’è ito il serpente, e ànno un palo di legno grosso e forte, e in quel palo à fitto un ferro d’aciaio fatto com’uno rasoio, e cuoprelo col sabione; e di questi ingegni fanno i cacciatori assai. E quando lo colubre viene per questo luogo, percuote in questo ferro sí forte, che si fende dal capo a piede anfino al bellíco, sí che muore incontanente; e cosí la prendono i [cacciatori].

E incontanente ch’è morto, sí li cavano lo fiele del corpo e vendollo molto caro, perciò ch’è la migliore medicina al morso del cane rabioso, dandoglile a bere d’un peso d’un picciolo danaio. E quando una donna non può partorire, dandole a bere un poco di quel fiele, incontanente parturisce. La terza si è buona a nascenzia: ponendovi su un poco di quel fiele, in poco tempo è guarito. E per queste cagioni lo fiele è molto caro in quella contrada. Ancora la carne si vende perch’è molto buona a mangiare.

E dicovi che questo serpente vae a le tane de li leoni e degli orsi, e mangia loro e loro figliuoli, se li puote avere, e tutte altre bestie.

In questa contrada è grandissimi cavalli, e molti ne vanno in India; e càvali due o tre nodi de la coda, acciò che no meni la coda quand’altre cavalca, [per]ciò ch’à loro pare cosa molta lada. Elli cavalcano lungo come franceschi.
È fanno arme turchiesche di cuoio di bufale, e ànno balestra, e atoscano tutte le quadrelle. E ancora aveano cotale usanza prima che ’l Grande Kane l[i] conquistasse, che, se aenisse ch’alcuno albergasse a lor casa che fosse grazioso e bello e savio, sí l’ucideano o con veleno o con altro; né questo non faceano per moneta, ma diceano che tutto il senno di colui e la grazia e la ventura rimanea in lor casa. Poscia che ’l Grande Kane la conquistò, ch’è da 35 anni, nol fanno piú, per la paura del Grande Kane.

Or lasciamo di questa provincia, e diròvi d’un’altra.