Capitolo 119
De la provincia d'Ardandan

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Capitolo 119
De la provincia d'Ardandan
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Quando l’uomo si parte di Caragian e va per ponente 5 giornate, truova una provincia che si chiama Ardandan. E ’ sono idoli e al Grande Kane; la mastra città si chiama Vacian. Questa gente ànno una forma d’oro a tutti i denti, ed a quelli di sopra ed a quelli di sotto, sí che tutti i denti paiono d’oro; e questo fanno gli uomini, ma non le donne. Gli uomini son tutti cavalieri, secondo loro usanza, e non fanno nulla, salvo ch’andare in oste; le donne fanno tutte loro bisogne co li schiavi insieme ch’egli ànno.

E quando alcuna donna à fatto il fanciullo, lo marito stae nel letto 40 die, e lava ’l fanciullo e governalo. E ciò fanno perché dicono che la donna à durato molto afanno del fanciullo a portallo, e cosí vogliono che si riposi. E tutti gli amici vegnono a costui al letto, e fanno grande festa insieme. E la moglie si leva del letto, e fa le bisogne di casa e serve il marito nel letto.

È manucano tutte carne, e crude e cotte, e riso cotto con carne; lo vino fanno di riso con ispezie molto buono. La moneta ànno d’oro e di porcellane, e danno un saggio d’oro per 5 d’ariento, perché no ànno argentiera presso a 5 mesi di giornate; e di questo fanno i mercatanti grande guadagno, quando vi ne recano.

Questa gente no ànno idoli né chiese, ma ’dorano lo magior de la casa, e dicono: «Di costui siamo». Egli no ànno lettere né scritture, e ciò no è maraviglia, però che stanno in un luogo molto divisato, che no vi si puote andare di state per cosa del mondo, per l’aria che v’è cosí corotta, che neuno forestiere vi può vivere per neuna cosa. Quand’ànno a fare l’uno coll’altro, fanno tacche di legno, e l’uno tiene l’una metà e l’altro l’altra metà: quando colui dé pagare la moneta, e’ la paga, e fassi dare l’altra metà de la tacca.

In tutte queste province non à medici - cioè Caragian e Vorcian e (I)acin -, e quando eli ànno alcuno malato, mandano per loro magi e incantatori di diavoli. E quando sono venuti al malato, ed egli gli à contato lo male, eglino suonano loro stormenti, e cantano e ballano; quando ànno ballato un poco, e l’uno di questi magi cade in terra co la schiuma a la bocca e tramortisce, e ’l diavolo gli è ricoverato in corpo. E cosí sta che pare morto grande pezza, e gli altri magi dimandano questo tramortito de la ’nfermità del malato e perch’egli à ciòe. Quelli risponde ch’egli à questo però che fece spiacere ’alcuno (spirito). E li magi dicono:«Noi ti preghiamo che tue li perdoni e prendi del suo sangue, sí che tue ti ristori di quello che ti piace». Se ’l malato dé morire, lo tramortito dice:«Elli à fatto tanto dispiacere a cotale spirito, ch’elli no li vuole perdonare per cosa del mondo». Se ’l malato dé guarire, dice lo spirito ch’è nel corpo del mago:«Togliete cotanti montoni dal capo nero, e cotali beveraggi molto cari, e fate sagrificio a cotale ispirito». Quando li parenti del malato ànno udito questo, fanno tutto ciòe che dice lo spirito, ché ucide gli montoni e versa lo sangue ove gli è detto, per sagrificio. Poscia fanno cuocere li montoni, o uno o piúe, ne la casa del malato; e quine sono molti di questi magi e donne tante quanto gli è detto per quello spirito. Quando lo montone è cotto e ’l beveraggio è aparechiato e la gente v’è raunata, alora coninciano a cantare e a ballare e a sonare; e gittano del brodo per la casa qua e là, e anno mcenso e mirra, e sofumicano e alluminano tutta la casa. Quand’ànno cosí fatto una pezza, alotta inchina l’uno, e l’altro domanda lo spirito se à ’ncora perdonato al malato. Quelli risponde:«No gli è ancora perdonato; fate anche cotale cosa, e saralli perdonato». Fatto quello ch’à comandato, ed elli dice:«Egli sarà guerito incontanente». Allotta dicono:«Lo spirito è bene di nostra parte». E fanno grande allegrezza, e mangiano quel montone e beono; e ogn’uomo torna a sua casa, e il malato guerisce incontanente.
Or lasciamo questa contrada, e diròvi d’altre contrade, come voi udirete.