Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo/VIII
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Traduzione dal latino di anonimo (1789)
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VIII.
E tutti si meravigliavano sopra il giovinetto della squadra del Pretorio, che in breve fosse per levarsi, mentre da cinque mesi giaceva immobile, ed era ridotto quasi morto per l’enfiagione delle gambe, e per i dolori artetici. Era poi l’origine della sua infermità il contagio, che viene dai confini della terra, per mezzo della concupiscenza, a punire le opere della carne. E Cagliostro, per verità, vedendo che molti ammalati ogni giorno al lui si conducevano, si turbava in se stesso, e diceva: appena ritrovai tanta quantità d’ammalati in Parigi, ed a Costantinopoli. Guai a voi, che la vostra lussuria discende sopra voi stessi, e sopra i vostri figli! ed aggiugneva un altro proverbio, che le picciole città sono assai più rovinate dalle voluttà del secolo, e vanno a perire. Egli poi viveva frugalmente, nè si serviva di letto, ma dormiva pochissimo, e supino sopra una seggiola. E accadde, che portandosi a lui anche ammalati dall’Ospitale, non volle riceverli, e disse: io so, che qualunque cosa io prescriverò, non la faranno, e le mie parole saranno vilipese. Imperocchè non lo permetteranno quelli, che hanno potere sopra di loro. Le mie ricchezze poi non bastano per tutti, acciò gli segreghi dall’Ospitale. Per la qual cosa andate, e riportateli: hanno i suoi medici, e chirurghi, consultino quelli. Ed uno dei chirurghi della città, negletto, ma valente, lo assisteva incessantemente, ed osservava le composizioni dei purganti di lui. Ma alcuni ancora dei medici stavan con lui, conferendo fiducialmente le loro idee. Egli poi non perseguitava quegli, che sapeva, che eran contro di se, e che mormoravano nelle piazze, e suscitavano la plebe. Imperocchè diceva: nessuno può far del bene senza invidia. Ovunque io fui, in tutte le nazioni, molte cose soffrii dagli uomini, e non ne volli rovinare alcuno, ma anzi tutti conservarli. Imperocchè questa è carità, che assomiglia l’uomo a Dio, rendere bene per male, e togliere il nostro genere dalle sue tribolazioni. E narrava più estesamente quante cose in Francia, in Inghilterra, e nella Tracia per la salute altrui avesse dovuto sopportare, e loro perdonava. Era poi di mattino per tempissimo. E la moglie di un certo Tribuno dei soldati del territorio Milanese, bella, e adorna, la quale avea delle raccomandazioni a Battista fratello di Nicola, desiderava vedere Cagliostro, avendo molte cose di lui udito, e letto, in qual maniera risanasse tutti, e non fosse un altro simile a lui in tutto il mondo. La prese dunque Battista, e la condusse da Cagliostro: se finora ti fui in qualche cosa molesto, io oggi ti diedi una gran mercede. E non si oppose, e li licenziò.