Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo/IX

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IX.


Essendosi poi fatta notte, lo interrogarono alcuni, se fosse vero ciò, che si era sparso per tutto il paese, che in virtù d’una bevanda restituisce la gioventù agli uomini. E rispondendo negò, col dire: niente io ho a che fare colle dotte favole della figlia del Re de’ Colchi. Narrò poi quanto avea fatto in una nobil Donna, cui il timore della vecchiaja avea cagionata la frenesia; ed egli finse di darle una bevanda di eterna giovinezza, e l’opinione la risanò. E le altre Donne si rattristavano sentendo a dire, che non fossevi una tale bevanda, che rinnova, come speravano, gli anni giovanili. E gli uomini si prendevano giuoco di loro. Disse poi Cagliostro: anche i miei servitori per bizzarria fingono molte cose di me. Guardatevi dalle bugie di quelli, poichè tali uomini non possono in alcun modo essere raffrenati, perchè camminino rettamente nella via della verità. E una certa Donna nobile della città, taciuto il nome, mandò a dire a lui: Signore una certa Donna ha teco a discorrere di qualche cosa: vieni nel prossimo villaggio, e si troverà ivi, e ti onorerà, e la tua mercede sarà di dodici zecchini. [p. 19 modifica]Sdegnato per ciò Cagliostro, cominciò a dare in esecrazione e a dire: questa donna non conobbe me, nè i miei discorsi; e non vedrà il mio volto finchè non si tolga da lei la sua cecità. E procuravano d’osservarlo se andava alla Chiesa almeno alla Domenica, e se egli assisteva alla S. Messa, e la sua moglie, ed i suoi servi. E niuno di certo lo sapeva, affermando molti, e negandolo altri a vicenda. Nondimeno congedando la plebe, che entrava da lui, col braccio steso li mandava via col segno della Croce. E similmente quando quel birro, che da cinque mesi giaceva, risanato, venne da lui gittandosi a terra, e ringraziandolo, dissegli: cosa ringrazii me? Va nella Chiesa del Signore, ove il Sacerdote offre l’olocausto al nuovo altare, ed ivi confessa, che il Signore ti risanò. E per questo discorso dicevano alcuni: certamente, non solo Cristiano, ma Cattolico è costui. Alcuni poi dicevano: no, ma vuole, che ognuno sia zelante secondo la tradizione della paterna legge, acciocchè non metta fermento nel popolo, e le podestà di questo mondo non mettano le mani sopra di lui. Altri poi intelligenti di medicina negavano, che quel birro fosse risanato, e sparlavano tuttora di Cagliostro per le [p. 20 modifica]medicine di lui, e dissuadevano molti a prenderle, adducendo ragioni cavate dal tesoro e dalla prudenza della loro arte. Egli poi quasi a tutti gli ammalati ordinava di bevere la tisana, di cui parla Ippocrate, dicendo che non si dà bevanda più salubre della tisana. Quelli poi che di lui sparlavano gridavan dicendo: non conviene a tutti la medesima cosa. E di più: nessuno finora di quelli, che costui curò, si è risanato. Dove son dunque le sue promesse: ecco che in pochi giorni io scaccio qualunque male? Forse non anche Giuseppe Padre di Giuseppe Sacerdote, cui avea predetto, che il giorno dopo avrebbe scaricato de’ vermi, si trovò, che non ne scaricò alcuno, e finora è oppresso dalla sua infermità? E nessuno poteva a quegli rispondere, fuorchè una cosa sola, che tuttavia quest’uomo non cessa di fare elemosine. Venivano poi tutti i giorni, da tutta l’Italia intorno, personaggi non pochi, e donne primarie, ed anche molti dal settentrione per vedere il di lui volto, e consultarlo, e fino dai monti della Germania, e dal littoral Genovese, trovando ristoro nella loro propria credulità.