Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo/VII
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Traduzione dal latino di anonimo (1789)
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VII.
Sedevano poi in casa di Gasparo Signore del luogo Personaggi nobili, e Donne; ed era in mezzo di loro Cagliostro in piedi, a disputare, ed una gran moltitudine nell’atrio di fuori. Preso poi l’uomo, il quale da infiammazioni, e dalla vertigine già da molti anni era travagliato, e pigliato il di lui figlio, entrò nella camera, ed avendo veduto quest’uomo, che vacillava sui piedi, lo fece sedere. E com’ebbe conosciuto il male, rispondendo disse: lo tormentano i vermi, e niuno finora lo ha capito. Quelli poi, stupefatti, tacevano. E rivolto a Giuseppe disse: sii di buon animo: io ti risanerò fra otto giorni. Tu abbi fede in Dio, ed in me; e fa quello, che ti prescriverò. E si protestò d’esser Cristiano, e non lo dissimulò. Dopo queste cose poi, licenziata la moltitudine traghettò il fiume, e ritornò nella città, dove eravi un giovine uomo, della compagnia del Pretorio, infermo; da cui anche prima era stato, e che cominciava a stare meglio; e similmente una ragazza fanatica, la quale pure sembrava da se stessa prendere quiete; ed altri molti, che testimoniavano in se medesimi le opere della sua carità, e lo benedicevano.