Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo/IV

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IV.


E rispondendo Cagliostro disse al medico, che avea curato l’uomo, che aveva i calcoli: [p. 9 modifica]Fa che il tuo ammalato carichi la tua testa di buon oro, ed io similmente farò che egli non vedrà la morte per dieci anni, e supererò il tutto. Non dico poi, che non abbia a morire in vent’anni. E si sparse il discorso che quell’ammalato per tutto un decennio non morrebbe; e si confortava al sommo. Ed eravi un cert’uomo seduto tra i ministri per ricevere i tributi, il quale avea conosciuto Cagliostro in lontani paesi, e gli era assai noto. Questi dunque avea da lui ogni giorno l’accesso, e gli assisteva moltissimo, godendo della sua celebrità, e gloriandosi negli arcani di esso lui. Lo presero adunque alcuni, e lo interrogarono secretamente dicendogli: possiamo sapere il vero da te? Imperciocchè tu sei uno de’ suoi consiglieri, Il qual disse: interrogatemi di ciò che volete. Ma essi dissero: dinne, se Cagliostro cenò con nostro Signore in Cana di Galilea, e bevette l’acqua cangiata in vino, come molti sparsero. Egli rispose, e disse loro: nò, ma tuttavia nacque molti secoli prima: ma non lo dite mai ad alcuno. E si beffavano di lui. Eravi poi non picciol contrasto fra molti di qual Setta egli fosse, ed altri il dicevano Maomettano, altri Ebreo. Litigando adunque tra loro, disse Cagliostro, [p. 10 modifica]perchè state dubbiosi, e vi confondete vicendevolmente: l’una e l’altra Setta ha un segno indelebile; venite, e riconoscete. E l’un dopo l’altro partiva, nulla rispondendo. Alcuni poi credevano che risuscitasse i morti, e li facesse con vivi sedere a mensa, e parlare. Venivan poi ancora forastieri, tentandolo con molti discorsi, se in qualche modo lo potevano prendere in bugia, e riconvenirlo. I quali ammiravano la prudenza del parlare di lui, e si ritiravano dicendo: quest’uomo non si può prendere.