Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo XXIII - Cevesi illustri nella Magistratura e nelle lettere.

Capo XXIII - Cevesi illustri nella magistratura e nelle lettere.

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Capo XXIII - Cevesi illustri nella magistratura e nelle lettere.
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CAPO XXIII.


Cevesi illustri nella Magistratura

e nelle lettere.


Acquistarono fama d’uomini versati nella giurisprudenza un Francesco Mina, senatore nel 1587, e Atanasio Sala valente giurista, ed elegante scrittor latino, avendo pubblicato in tale lingua le vite di novanta antichi filosofi greci e latini.

Un altro Mina fiorì nel 1630, e fu senatore in Torino.

Fu celebre nel 1636, Antonio Monaco uditore della sacra ruota di Lucca, di Firenze e di Bologna. Fu professore di canonica in Torino, avvocato de’ poveri e senatore integerrimo. È autore di due volumi di decisioni, le une date in Firenze, e le altre in Bologna. Pubblicò pure un trattato di materie feudali 1. [p. 130 modifica]Si distinse in letteratura Giovanni Andrea de’ marchesi di Ceva, signori della Chiusa, di Priero e di Castelnuovo ed accademico di Pisa, e che pubblicò varie riputate dissertazioni sulle poesie immortali del Petrarca.

D. Cristoforo Roelli segretario dei brevi di papa Urbano VIII, fu insigne per le sue composizioni in versi ed in prosa.

Il di lui fratello Bartolomeo Roelli, versatissimo nella storia greca e nella latina, dotto giuriconsulto fu senatore nel Senato di Piemonte 2. Bartolomeo Dalmazzone il quale, secondo monsignor Della Chiesa, acquistò dei titoli di giurisdizione sul castello di Belvedere, fu senatore ordinario nell’eccellentissimo Senato di Torino, ed uno dei principali soggetti che ebbe quel magistrato.

Il cavaliere D. Francesco Derossi fu referendario di stato e regio consigliere. D. Carlo Derossi, eccellente giurista padre del già lodato monsignor Giuseppe Tommaso vescovo d’Alessandria, pubblicò varii libri fra i quali si notano: Verità morali, Specchio dell’uomo, Il ricovero delle muse, ecc. 3. [p. 131 modifica]Non è da dimenticare in questo elenco d’uomini illustri il signor cavaliere Leopoldo Bassi di Ceva, già senatore nel Senato di Nizza. Il di lui nipote ex sorore Carlo Marenco con quell’eleganza di stile che era sua propria compendiò nella seguente iscrizione mortuaria i pregi e le virtù di questo degno suo zio.

Ultimo di sua stirpe
Ultima anch’essa delle quattro più antiche
di Ceva
Leopoldo Bassi
diverse magistrature pe’ varii tempi
e sotto le alterne dominazioni
sostenne
Senatore emerito
facile ai buoni
di fido e non venale consulto
il dì 23 febbraio del 1845
ottuagenario e dai poveri lacrimato
moriva
alla cui memoria
Carlo Marenco
Nipote e coerede per legge
grato come instituito
segno del solitario affetto
sovra il sepolcro che nol respinge
ponea.


Per non ripetere quanto già altrove si disse, si tacciono qui illustri nomi di cui Ceva a buon diritto s’onora. Si parlerà del cav. Marenco in un articolo a parte, come si parlò del [p. 132 modifica]conte Ludovico Sauli trattando di sua famiglia. Chiuderemo intanto quest’articolo colla biografia di alcune donne celebri ricordate dal Chiesa e da alcuni altri scrittori dei fasti Cevesi.

La prima si è Maddalena Pallavicini figlia di Giulio Cesare de’ marchesi di Ceva, donna bellissima, valente nella lingua latina, e dotta a segno che ne faceva maravigliare chi seco discorreva (dice il Chiesa). Le poesie di Lei furono stampate in Lucca nel 1569, e due dei suoi sonetti si leggono nella raccolta del Ranza, Vercelli 1767.

La seconda è Diana Ceva figliuola di Carlo Marchese di Ceva Garessio, rinomata pel candore dei suoi costumi alla corte della duchessa di Savoia Catterina d’Austria di cui fu figlia d’onore.

Passati varii anni nel monastero di santa Chiara, finchè potesse compiere il voto con cui erasi obbligata di vestire l’abito di cappuccina col patrocinio della Corte, e colle largizioni di persone pie, le riuscì di fondare in Torino un Monastero per le Cappuccine. Seguita da ventidue nobili, e valorose vergini vi fece il solenne ingresso addì 24 di ottobre del 1627, e ricevette la prima il santo velo dalle mani di monsignore Carlo Argentero vescovo di Mondovì alla presenza dell’augusta Corte che volle intervenire a così tenera e divota funzione.

Le altre illustri Cebane che meritano di essere qui ricordate, sono Aloisa marchesa di Saluzzo, Mensa moglie di Aimone di Savoia figlio di Filippo principe d’Acaia, e due altre di questa Marchionale famiglia di cui non si conservarono i nomi, ma che risulta da storici documenti essersi maritate con Eustachio, e Bernardino Polentani principi di Ravenna.

Note

  1. Antonio Monaco ebbe la cittadinanza di Torino, ove morì alli 16 di giugno del 1640 nella Parrocchia di S. Dalmazzo, e venne tumulato nella Chiesa de’ Ss. Martiri, nel sepolcro della Congregazione di S. Paolo, della quale facea parte. Si hanno anche di lui Tractatus de executione in vestibus, stampato in Venezia da G. B. Ciotti nel 1619, e dedicato a Gio. Giacomo Piscina Presidente del Senato, e Ambasciatore del Duca di Savoia alla Repubblica Veneta; ed un Tractatus de recta feudorum interpretatione. (A. B.)
  2. Alla famiglia de’ Rovelli appartiene Filippo de’ Marchesi di Ceva, Professore nel R. Collegio di Monza, il quale scrisse l’Emo, poemetto in ottava rima diviso in due canti, stampato in Venezia da Antonio Zatta e figli, 1787, 1 vol. in 16°. di pag. 47. Fu da lui composto per encomiare il singolare valore di S. E. Angelo Emo, cavaliere della Stola d’Oro capitano straordinario delle navi scelte per la guerra contro Tunisi, in cui espugnò la piazza di Sfax. Vivaci immagini, forbita elocuzione, versi armoniosi, sono i pregi di questo poemetto, come scrive il cav. prof. Vallauri.

    (A. B.)

  3. Carlo Derossi fu Accademico Innominato di Bra, fu valente poeta lodato dal Vallauri nella sua Storia della Poesia; stampò inoltre l’Eroe celebrato in rime toscane, dedicato a Madama Reale Giovanna Battista. Torino 1718, 1 vol. in 8° di pag. 173.

    Ceva Andrea; si ha di lui: Corona funebre nelle reali esequie del Serenissimo Principe di Savoia del sig. cav. D. Andrea dei marchesi di Ceva, gentiluomo di camera di S. A. in Torino per Aluisi Pizzamiglio stampator ducale, 1605; in 4° di pag. 12.

    Chiavello o Clavello Pietro da Ceva è nominato anche siccome poeta della prima metà del secolo XVI dal prelodato Vallauri.

    Il P. Alessandro Rogero Provinciale dei Francescani della Liguria e del Piemonte.

    F. Ilario di Ceva Cappuccino, servì gli appestati in Torino nel 1598, ove morì in concetto di santo e fu sepolto al Monte ai piedi della Croce, come si ha dal Can. Baldessani nella sua Storia Tebea a pag. 519. (A. B.)