Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo XLIX - Della Fortezza.

Capo XLIX - Della Fortezza.

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Capo XLVIII - Altre opere di beneficenza. Capo L - Il forte di Ceva dal 1794 alla demolizione del medesimo.
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CAPO XLIX.


Della Fortezza.


La fortezza di Ceva che dava a questa città non poca importanza, e ne formava uno dei più belli ornamenti, torreggiava sulla scoscesa rocca che sta a cavaliere della medesima verso tramontana.

Questa roccia stagliata a perpendicolo verso la sommità, va terminando in un pendìo suscettibile di coltura, e vedesi difatto tutto coperto di fertili vigneti. Tra la viva roccia ed il terreno coltivo corre una vena di tufo dall’una all’altra estremità. Per ovviare al pericolo di vedere a poco a poco sgranellarsi questo tufo e lasciar senza fondamento il sovrastante macigno, si pensò cosa prudente il coprirlo di grosso muro, che dalla parte orientale si estende sino alla metà della fascia, e come si può argomentare dall’addentellatura in cui va a terminare, sarebbesi certamente protratto sino all’estremità occidentale della rocca, se si fosse mantenuta in vigore la fortezza.

La forma di questa fortezza era un quadrilungo cinto di bastioni da tre parti verso le langhe; il lato che guardava la città era chiuso dalle caserme che s’alzavano a filo sulla sottoposta rocca1.

[p. 254 modifica] Un’opera a corno sull’orlo della scarpa presso la città, raddoppiava i tiri verso il prolungamento del giogo: due monticelli Faia e Baglione, ed altre prominenze dietro dei medesimi, signoreggiavano il forte a gittata di cannone, ed in tempo di guerra se non si munivano di forti trincee quei ciglioni, vedevasi il forte isolato, e ridotto ad una precaria difesa.

Si pretende da alcuni che le opere di fortificazioni di questa prominenza si deggiano attribuire a Gian Francesco Gonzaga II, che comandava in Italia sul fine del secolo XV le truppe di Carlo V imperatore, del Papa, e dei Veneziani contro Carlo VIII.

Il professore Casalis nel suo dizionario geografico, così si esprime all’art. Ceva:

«L’antico forte di Ceva era stato ricostrutto secondo le regole della nuova fortificazione dal duca Emmanuele Filiberto, per fare scudo ai confini che signoreggiavano la Liguria.»

Questa nuova ricostruzione si intraprese dal duca Emmanuele Filiberto nel 1560, e fu condotta a termine da Carlo Emmanuele II morto nel 1675. Anzi nella biografia di quest’ultimo stampatasi dal Ferrero di Lavriano nell’albero gentilizio di casa Savoia si leggono queste precise parole: «Vectigalibus temperatis, aerario difficillimis effuso temporibus restituto et aucto: Vercellis aggere, fossa optime instruxit: Verrucae, Cevae a fundamentis munimine excitato... Diem clausit Taurini die 12 iunii anno 1675, sepultusque in fano D. Ioannis.» Col che si attribuisce a questo duca, l’erezione del forte più che ad Emmanuele Filiberto.

Fu questo forte esposto a lunghi assedii ed a vigorosi attacchi di agguerrite falangi, e son memorandi i fatti d’armi che il resero celebre.

Nel 1638 gli Spagnuoli in numero di 13 mila, sotto il comando del generale Caracena lo strinsero d’ostinato assedio, ma dovettero rinunziare all’ardua impresa, e con disonore allontanarsi da questa piazza.

[p. 255 modifica]Nel 1649 un nerbo degli stessi Spagnuoli sbarcati ad Oneglia, e d’accordo coi presidii dell’Alessandrino diedero un fiero attacco a questa fortezza, ma ne furono con gran vigore respinti.

Nel 1707 tenne fronte ai Gallispani, e come dice un autore: acriter compescuit obsidentes, defatigatos amovit.

Delle ultime vicende di questo forte si parlerà in appresso, aggiungeremo qui l’elenco dei più cospicui personaggi che furono in varii tempi nominali Governatori di questa piazza.

Meritano particolare menzione.

Villa Guidone marchese di Volpiano e di Cigliano ecc. cav. dell’Annunziata al 1° febbraio 1618. Ucciso all’assedio di Cremona li 24 agosto 1648.

Rangone Giulio marchese di Roccabianca cav. dell’Annunziata 24 marzo 1638, morto al fatto d’armi seguìto al ponte della Rotta vicino a Moncalieri in novembre 1639. Era Comandante generale nelle Langhe, in Ceva ed in Alba.

Di Mesme Francesco signor di Marolles cav. dell’Annunziata in aprile 1660.

Pallavicino Carlo Emmanuele marchese delle Frabose, cav. dell’Annunziata ai 21 agosto 1648. Giulio Cesare e Paolo Antonio Marchesi Pallavicini.

Alfieri Catalano consignor di Magliano, conte di Castagnole delle Lanze, cav. dell’Annunziata in luglio 1667, Governatore di Ceva e delle Langhe, morto 1674 14 settembre in Torino.

Solaro di Moretta marchese del Borgo Carlo Gerolamo, cav. dell’Annunziata in luglio 1666, morto ai 2 marzo 1678.

Vittorio figlio di Fulvio delle Lanze conte di Sale, in prima paggio del Cardinale Principe Morizio di Savoia cav. e commendatore de’ Ss. Morizio e Lazzaro, il quale accompagnò S. A. R. Madama Reale Cristina a Lione nel 1658 e fu Governatore di Ceva nel 1676.

Rovero Ercole Tommaso marchese di Cortanze, cav. [p. 256 modifica]dell’Annunziata ai 25 di marzo 1733, Vicerè in Sardegna, morto Governatore della Cittadella di Torino li 24 gennaio 1747.

Borgarelli Alessandro di Chieri conte di Cambiano.

Sapellani Ludovico, circa il 1644.

Benso Carlo Ottavio signor di Santena, morto Generale d’artiglieria nel 1724 ai 13 febbraio.

Chiuse la serie dei Governatori di questo forte, il signor conte Bruno di Tornafort, come si vedrà a suo luogo.

Note

  1. Vi erano aggiunte altre fortificazioni dal lato di levante, come si può vedere da un disegno originale presso il T. A. Bosio che è un Piano in misura dell’Accampamento delle Truppe in vicinanza delle Morere, e Trincieramenti e Posizione al Castello di Ceva, l’anno 1745.