Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo XLIV - Chiese secondarie più non esistenti.

Capo XLIV - Chiese secondarie più non esistenti.

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Capo XLIII - Monastero della Visitazione. Capo XLV - Ospedale degli infermi.
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CAPO XLIV.


Chiese secondarie non più esistenti.


Dopo aver descritte le Chiese di Ceva attualmente uffiziate sembra non fuor di proposito che si dia un cenno di quelle che più non sono, e di cui si conservò alcuna memoria.

Nella più volte citata relazione di visita di monsignor Peruzzi si fa menzione di due Chiese l’una sotto il titolo della Concezione di M. V. e l’altra di S. Catterina, appartenenti a due confraternite. Queste due Chiese erano al di là della Cevetta nel sito poco presso dove trovasi attualmente il Collegio. Furono però distrutte in un colle case adiacenti, dall’innondazione del 1584. Per qualche tempo i redditi dell’Ospedale di S. Catterina si distribuivano a domicilio, quindi si applicarono a quello di S. Maria, e si fece d’accordo una nuova fabbrica che servisse agl’infermi poveri d’ambi i sessi. Certa signora Francesca Bassi, ed il cav. Andrea Bassi dottore in medicina legarono alla confraternita di S. Catterina suddetta luoghi cinquanta sulla banca di Genova da convertirsene il reddito in doti di povere figlie da assegnarsi d’accordo coi monaci Certosini di Casoto.

Si parla nella stessa relazione d’una Cappella od oratorio sotto il titolo di Cappella del Signore, unita al canonicato del signor D. Gerolamo Barberis. Si propose al Vescovo visitatore di farla ampliare, e di tenervi il Ss. Sacramento specialmente all’inverno a comodo della popolazione, costretta a portarsi alla Collegiata posta in Castello, e di accesso molto [p. 235 modifica]incommodo. La civica amministrazione d’accordo coi principali cittadini, chiese al Vescovo la facoltà di servirsi per questo di cinquanta scudi proprii della compagnia del Ss. Sacramento il che fu loro negato. Avendo il Prelato visitatore perinteso in questa circostanza che il sindaco si considerava priore nato della compagnia del Sacramento senza dipendere dall’autorità ecclesiastica per la resa dei conti, stabilì che gli officiali di questa compagnia eleggessero ogni anno un priore e che si rendessero i conti al Vescovo d’Alba, od al suo Vicario foraneo in Ceva non avendo potuto la civica amministrazione produrre alcun titolo che le desse la suddetta prerogativa.

Le Chiese antiche che per innondazioni, guerre e vetustà scomparvero dal suolo di Ceva sono:

1° La Chiesa detta del Salvatore, distrutta dall’innondazione delli 13 gennaio 1610.

2° La Madonna di Campagna che secondo il tipo di Ceva, stampato nel Teatro degli Stati del Duca di Savoia nel 1682, si trovava vicino alla Torre unita all’attuale filanda del signor Siccardi demolita a memoria d’uomo.

3° La Chiesa di S. Andrea di cui si parlò altrove situata in cima al borgo della Torretta.

4° La Chiesa di S. Giovanni vicino alla Cevetta verso il borgo della Luna ridotta ad uso profano.

5° La Cappella di S. Pietro, esistente vicino alla strada provinciale poco distante da questa Città verso Mondovì.

6° La Cappella di S. Rocco di cui si vedono ancora le rovine sulla piana detta di Gramaglia vicino alla strada che guida ai boschi verso i Poggi S. Spirito e la borgata dei Mazzarelli.

7° La piccola Cappella di S. Bernardino da Siena in sull’aia verso le Mollere.

8° La Cappella di S. Carlo ai Ferragozzi attigua alla cascina detta Mastrili.

9° La Cappella dei santi Solutore, Avventore ed Ottavio, vicino alla cascina della Braida, interdetta e spogliata di tutto.

[p. 236 modifica]Non è da dimenticare l’oratorio delle Umiliate che caduto in rovina si doveva riedificare sull’area che occupava anticamente nella piazza maggiore di questa Città. Già s’erano gettate le fondamenta quando per decreto del governo francese si diede principio al palazzo Civico, che tutto occupò il sito all’oratorio destinato.