Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Di Montorio

Libro IV - Di Montorio

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Cap. XIV

Di Montorio

1. Anticamente questa Terra era posta sopra un Monte, distante un miglio dalla distrutta Città di Gerione, di cui parlassimo nel lib.I.cap.5. e propriamente dove ora è situata la Chiesa di S. Angelo, della quale appresso. A noi non è noto il tempo, in cui fu edificata, e molto meno quello della sua distruzione, lo supponiamo però antichissimo, e forse a tempo de’ Romani, fu la medesima, Rocca di Gerione. Poi distrutto dalle sue reliquie fu edificato quest’altro col medesimo nome di Montorio, e questo sta posto sopra un Monte verso Larino, dal quale sempre salendo è discorto circa tre miglia, e dal vecchio Montorio circa due terzi di miglio, siccome è distante da Bonefro tre miglia, e due da Montelongo in circa. Si parla di essa nel Catalogo de’ Baroni del Regno sotto Guglielmo II. detto il Buono, dato alle stampe da Carlo Borello l’anno 1653. ove tra’ Feudatarj di Capitanata pag.150. si legge: Vitus Avaleris tenet medium Montorium, quod est medium Feudum, e pag.151. Dominicus Henricus Cena, tenet medium Montorium, quod est medium Feudum : come pure col nome di Monteaureo se ne fa menzione nelle Bolle di Lucio III. e d’Innocenze IV.

2. Dalla voce Monteaureo possiamo credere, appellarsi cosi, cioè Monto d’oro forsi dalla qualità del terreno di color biondo, che si confonde col color di oro, come un altro luogo in Diocesi di Salerno tiene il nome di Montuori per la biondezza del suo terreno, quale voce è assai più corrotta, che non è la nostra di Montorio. In questa Città di Roma il rinomato Monte Gianicolo, cosi detto da Giano, che qui a fronte del Campidoglio aveva fabbricata la sua Città, della quale parla Virgilio nel lib.8. delle sua Eneide, da’ Scrittori Ecclesiastici in particolare fu poi detto Mons aureus, e dal Volgo corrottamente Montorio: questo per quel, che nota il Panvinio delle arene bionde, e eolor di oro, delle quali il medesimo abbonda: anzi il nobile Tempio, che vi si vede col disegno del celebre Architetto Bramante nel sito dove fu crocefisso S, Pietro, tuttavia si appella S. Pietro a Montorio.

3. Ha questo nuovo Montorio non se attaccato un Borgo, il quale anticamente si abitava parte da’ Latini, e parte da’ Greci, cioè da quelli, i quali dominavano nelle nostre Regioni, dopo la caduta dell’Imperio Romano, e questo luo[p. 517 modifica]go, dove stavano i Greci finora si chiama il Quarto de’ Greci. Egli non solo è tutto ameno, ma anche di aria assai perfetta, perche ventilata: ed è fama tra que’ Popoli, che i Romani dopo la confederazione, e molto più dopo che i Larinatì furono ammessi alla Cittadinanza di Roma, e a tempo dell’Imperio a cagione dell’amenità, e salubrità del luogo ivi si conducevano nel vecchio, o fusse nel nuovo Montorio per ritrovarsi così l’uno, che l’altro, quali nella stessa situazione, e tra essi, poco distanti, come sopra, e lo dimostrano alcuni frammenti di antichità, che si trovano da quando in quando nel scavare il terreno, fatti col gusto di que’ tempi. Viene questo luogo circondato da muraglie, e vi si contano undici Torri, molte delle quali ancora sono in piedi, e le vogliono formate per difesa della Città di Larino, che gli sta in faccia. Le altre fabbriche sono comode per gli Abitatori, e tra esse il Palazzo Baronale,

4. Tiene fertile territorio, abbondante di parecchie cose, ma assai di grano, e di vino, di frutti, biade, e ogni altra sorta di vettovaglie, delle quali i suoi abitatori fanno industria, per le quali vivono comodamente di buon numero, che sono, benché nella situazione del Regno fatta l’anno 1616. sta tassato Montorio vecchio fuochi 104. e nuovo 103. E nella situazione dell’anno 1669. si dice, che allora aveva fuochi 81. Tiene questa Terra Baronale il titolo di Marchesato, già posseduta dalla Famiglia Castelletti, passata poi in quella di Mastrogiudice, al presente si possiede dal Sig.D.Giufeppe Maria Cevagrimaldi, Marchefe di Pietracatena con altri Feudi, come si dice in questo lib.4.c.12. ove si parla di Bonefro, e fra poco tempo è passata in dominio di diversi, leggendosi nella situazione del 1669. tra’ Baroni, e Feudatarj del Contado di Molise . I/I. D. Pietro Castelletti per la Terra di Montorio. E si registra tra’ Feudatarj del Contado di Molise, secondo l’ultima divisione delle Provincie, conforme altri luoghi di questa Diocesi si notano in esso Contado, come ne’ proprj luoghi. Il Barone vi destina il Governatore per l’amministrazione della Giustizia, e per l’Annona vi sono gli Eletti, e Sindaci, avendo anch’ essa Medici, Chirurgi, Maestri di Scuola, e Notaj, oltre varj, e parecchi Artisti, bisognevoli, per proprio comodo .

Della Chiesa Matrice

5. Questa è sotto il titolo dell’Assunzione della B.V. ed è posta sulla cima del Monte, la quale si è fabbricata di nuovo, perché fu rifatta sopra buona parte della fabbrica vecchia, e mancando da’ fondamenti, e portando pericolo di rovinare nell’anno 1751. sul medesimo sito da Noi fu posta la prima pietra colla solita benedizione solenne per doversi innalzare una nuova Chiesa, come già si è fabbricata, la quale è assai più maestosa della prima, non già ad una nave, come era, ma a tre navi, e si è sbassata sei palmi l’altezza del Monte, nel quale sta situata con un Coro assai magnifico, e tale è anche la Sagrestia, in modo che questa è riuscita una delle più belle, e distinte Chiese della Diocesi, restando a piedi del lato sinistro nel suo ingresso l’antico Campanile, fabbricato tutto di pietre quadrate colle sue Campane, che sono molte, e la prima di esse è di smisurata grandezza, il di cui suono giugne a sentirsi fino a Larino, e a lato della Sagrestia sta posto il Cimiterio, fatto colle solite Regole Ecclesiastiche. [p. 518 modifica]

6. Nella Chiesa vecchia oltre all’Altar maggiore vi erano altri Altari, cioè quello del Santissimo Rosario, altro di S. Rocco, altro sotto il titolo della Concezione, come pure un’altro dell’Anime del Purgatorio. In questa nuova Chiesa l’Altar maggiore sta posto sotto l’Arco maggiore, restando dietro di esso il Coro, ornato de’ soliti stalli, tutti di noce, e l’Altar maggiore, tutto di marmo con commessi di varj colori nuovamente formato con suo sfondo di sotto all’uso moderno Romano, e luogo per riporvi la Cassa del Corpo del glorioso S. Costanzo Mart. da Noi ottenuto dalla Clemenza di N.S. BENEDETTO PP. XIV. come nel cap.4. dell’Appendice, ove si parla del medesimo, e gli altri Altari sono: l’Altare del SSmo Rosario, che si mantiene con proprie rendite. L’Altare di S. Giuseppe, eretto spefe dell’Arciprete Magliano. L’Altare sotto il titolo dell’Anime del Purgatorio, fatto a spese della famiglia Pinto. L’Altare di S. Rocco, che si mantiene a spese dell’Università. L’Altare sotto il titolo della B. V. de’ Sette Dolori, formato a spese della Famiglia Janiri. L’Altare di S. Giovanni, formato a spese di Giovanni Montanaro. E vi è finalmente un Cappellone sotto il titolo di S. Antonio di Padova, Padrone principale di essa Terra, trasferito co’ suoi pesi, privilegj, e beni dalla sua propria Chiesa, già distrutta, come cadente, che stava nel confine dell’abitato, come appresso, e tutti gli Altari preaccennati sono uniformi, e ornati di stucco, col di loro sfondo all’uso moderno Romano, come sopra.

7. Perché questa Chiesa è stata, e viene governata con tutta l’attenzione, e sopraintendenza dell’Arciprete D. Girolamo Magliano, si vede provveduta nuovamente di tutto il bisognevole; non solamente per il Servizio della cura delle Anime, ma di quanto occorre per il di più, che convenga ad una ben ordinata Chiesa Collegiata, tanto per servizio del Coro, che della solita officiatura, specialmente vi è una intera Cappella di lama di argento, tutta fiorata coll’ombrella, anche di lama di argento, libri Corali, con più Calici, Croce nuovi, e sua asta di argento per uso delle Processioni provveduti di nostro ordine.

8. Si conservano in essa molte Sagre Reliquie; ma perché non fu trovata la di loro autentica, dal Vescovo Catalani fu ordinato, che non si esponessero alla venerazione, la quale ordinazione per la medesima ragione è stata da Noi confermata nella nostra Visita ottava dell’anno 1734. come in d. Visita tom.1. p.109. e noi volendo soddisfare alla pietà dell’Arciprete, Clero, e Popolo, e alle loro fervorose, e replicate istanze, procurassimo, e ottenessimo dalla Clemenza del N. SSmo Pontefice BENEDETTO XIV. il Corpo del sud. glorioso S. Costanzo M. che in essa si conserva con concorso de’ Popoli di quelle Province, come in d. cap.4. dell’Appendice.

9. La Cura dell’Anime si esercita dall’Arciprete, e da undici altri Ecclesiastici, che partecipano, secondo il proprio rango, delle rendite di Presbytero, Diacono, o Suddiacono, che siano, e tutti sono tenuti coadiuvare il Paroco nell’esercizio della sua cura, col quale hanno vissuto, e vivono in forma di Collegiata, con proprj statuti, atti Capitolari, e mensa comune, e dal tempo, che trasmettessimo da qui in quella Terra, il Corpo del suddetto glorioso S. Costanzo, l’Arciprete colli suddetti, e altri Ecclesiastici hanno officiato, e officiano gior[p. 519 modifica]nalmente in detta Chiesa guisa, e come si prattica nelle altre Collegiate insigni, per cui volendo compiacere a quel dilettissimo Arciprete, Clero, e Popolo, nell’atto che si ritrovano sotto il Torchio le Memorie di questo Capitolo, avendo umiliato colle nostre proprie mani alla Santità di Nostro Signore BENEDETTO PP. XIV. insigne Benefattore di questa Santa Chiesa, e sua Diocesi il seguente Memoriale, la Santità Sua si è degnata accordare benignamente quanto è stato richiedo, ed è del tenore, che siegue.

Beatissimo Padre

10. Avendo ottenuto l’Arcivescovo di Tiro, in quel tempo Vescovo di Larino, dalla clemenza della Santità Vostra, per mezzo del Sig. Cardinal Vicario un Corpo di un Santo col nome di S.Costanzo M. e lo stesso avendolo fatto collocare nella ragguardevole Chiesa Matrice, fatta fabbricare nuovamente dal medesimo nella Terra di Montorio di quella Diocesi, il Sig. Iddio si è compiaciuto fin dal di del suo arrivo in essa Terra per i meriti del Santo, compartire grazie singolari a’ suoi divoti, e vogliono, che abbia operato molti miracoli, come da un voluminoso Protocollo, benché informe, per cui di continuo si vedono peregrinazioni, non solo da vicine, ma anche da remote Province del Regno per venerare il Santo:e officiandoli quotidianamente in essa Chiesa con quelle prerogative, che godono le Collegiate, l’Arciprete, e Clero genuflessi a’ piedi della S.V. col mezzo del presente supplica V.S. della grazia d’insignirsi, tanto il detto Arciprete, che gli altri Ecclesiastici di numero, e non già gli altri, che sono fuor di numero per esser Chiesa numerata, con qualche sorta d’insegna, contentandosi delle Zamparde, che chiamano, ad effetto di comparire con questo maggior decoro, in occasione del continuo concorso de’ Popoli forastieri, e per maggiore onorificenza di esso Santo, e ciò a maggior cautela, giacché non solo è stato deciso dalla S. Congregazione del Concilio, ma anche dalla f. meni, di BenedettoXIII. nel Concilio Beneventano del 1729. fu detto, che possano i Vescovi accordare una tal facoltà, come in fatti in diverse parti del Regno, e Chiese convicine è stato pratticato, e si prattica, e della grazia et c.

Ex Audientia, SSmi die 16. Novembris 1744. Sanctissimus Oratorum precibus benigne annuendo, juxta petita indulsìt, et voluit etiam ex majori actu sua clementia praesentem suffragari gratiam per hoc simplex rescriptum, ejsdem modo, et forma, ac si Literae Apostolicae, ut morìs est, expeditae fuissent, praeviis derogationibus omnibus ad hujufmodi effectum necessariis, et opportunis, et quibuscumque aliis in contrarium non obstantibus.

Joseph Levizzani Secret.
Adest Sigillum magnum.
In Registro.


11. Oltre alla suddetta Chiesa Matrice, dentro l’abitato abbiamo un’altra Chiesa sotto l’invocazione della SSma Annunziata, posta nella Piazza, formata ad una [p. 520 modifica]nave con suo Coro, e Sagrestia assai comoda, e ben provveduta, e si governa dal suo Procuratore, che si conferma dall’Ordinario.

Delle Chiese fuori dell’abitato.

12. Sotto il Monte del vecchio Montorio, distante mezzo miglio dal nuovo vi è la Chiesa intitolata S. Angelo, la quale è antichissima, e se ne fa menzione nelle più volte citate Bolle di Lucio III. e d’Innocenze IV. a cagione del Cattedratico, in quello modo: A S. Angelo Montis Auri Bizantinos duos. Oggi il suo Beneficio con titolo di Badia è unito al Seminario di Larino. come si vede dalla Tabella de’ Beneficj uniti al detto Seminario, la quale si riporta nell’Appendice del nostro Sinodo celebrato l’anno 1728. pag.216. n.18. e dal Clero si esigge il censo di carlini dodici. La fabbrica antica di questa Chiesa, che stava, quasi cadendo, di nuovo è stata totalmente rifatta dalla divozione del Popolo, sotto lo stesso titolo di S. Angelo, è fornita di tutto il bisognevole con comoda abitazione per il Romito, che la serve .

13. La Chiesa di S. Sebastiano M. più vicina alla Terra sta posta in strada, che conduce alla Città di Larino. Questa parimente, come antica è stata rinovata fondamenti a spese dell’Università, e si amministra dal proprio Procuratore, che conferma l’Ordinario.

De’ Luoghi Pij.

14. -Abbiamo in questa Terra uno Spedale, per ricetto de’ Poveri, e Pellegrini, e vi sono due piccioli monti frumentarj per uso de’ poveri Cittadini, uno della Chiesa della Santissima Annunziata, e l’altro della Cappella di S. Antonio, amministrati da’ loro Procuratori, che si confermano dall’Ordinario.

Delle Chìese distrutte.

15. La Chiesa di S.Antonio di Padova veniva posta fuori della Terra nel cofine del Borgo in strada, che conduce alla Terra di Montelongo. Questa era assai antica, ed edificata dalla divozione del Popolo, e perché minacciava rovina, di nostro ordine è stata fatta abbattere, e la statua, che vi era fu fatta riporre nella Chiesa della Santissima Annunciata per collocarla nella nuova Chiesa Matrice, come si è già collocata dopo la sua nuova costruzione.

16. La Chiesa di S. Lazzaro era costrutta da 300. passi distante dalla Terra. e sta vicino alla strada, per cui si va alla Città di Larino. Questa fu edificata circa l’anno 1550. da un divoto Romita di nome Addario di Donatillo, il quale vicino alla Chiesa vi fondò anche un’Ospizio per ricetto de’ Poveri. Di essa si vedono in piedi pochi vestigj, e i suoi beni sono stati occupati.

17. La Chiesa di S. Marco era posta nello stesso luogo, dove era quella di S. Lazzaro, intermezzandovi tra loro solamente la strada, e di questa ancora se ne vedono i rimasugli. [p. 521 modifica]18. Della Chiesa di S. Mauro distante dall’abitato mezzo miglio in circa, posta in strada, che conduce alla Terra di Bonefro, appena se ne vedono i vestigj.

19. In questa Terra v’era anche un Monistero de’ PP. Celestini colla sua Chiesa, sotto il titolo di S. Pietro Celestino Papa, e Confessore, posto fuori delle Mura, vicino la porta, che si chiama Porta del Fonte, ed era Grancìa del Priorato di Goglionesi, del quale Priorato faremo parola in discorrere del Monistero di S. Norberto di Marrone, similmente Grancia del medesimo Priorato. Questo Monistero fu suppresso colla generale suppressione de’ Conventini, fatta sotto Innocenze X. e allora i Religioni si portarono al loro Monistero della Città di Campobasso; al quale furono incorporati i suoi beni, e passate le sue ragioni. Di esso appena si veggono miseri avanzi, e i suoi Territorj ultimamente sono stati censuati da’ PP.Celestini a D. Girolamo Magliano Arciprete di questa Terra.

De Giorni Fettivi, e particolari, che si osservano in questa Terra.

20. La Festa di S. Antonio, quantunque da per tutto sia osservata con molta divozione per le continue grazie, che questo Santo impetra da Dio a’ suoi divoti, in questa Terra però si osserva di precetto a’ 13. di Giugno, come Padrone Principale: e oltre a questa si osserva di divozione il dì 8, di Maggio, per la miracolosa Apparizione dell’Arcangelo S. Michele, come anche il di 6. di Decembre per S. Nicolo, Vescovo di Mira, detto di Bari.