Memorie dell'ingegnere Giovanni Milani/Qual linea seguir debba
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QUAL LINEA SEGUIR DEBBA
DA BRESCIA A MILANO
L’I.R. PRIVILEGIATA STRADA DI FERRO
FERDINANDEA LOMBARDO-VENETA
PER LA MAGGIORE UTILITÀ PUBBLICA
E PEL PIÙ GRANDE INTERESSE DELLA SOCIETÀ D’AZIONISTI
CHE ASSUNSE DI COSTRUIRLA
I. Scopo della presente Memoria.
1. Vuolsi con questa Memoria dimostrare: I. perchè la linea della I. R. privilegiata Strada di ferro lombardo-veneta debba proseguire retta da Brescia a Milano per Treviglio, e non isviare per Bergamo; e quale e quanto sarebbe il pubblico e privato danno se il contrario si facesse. II. Aversi già, anche senza questo pubblico e privato danno, provveduto alle particolari utilità ed ai particolari vantaggi della città e provincia di Bergamo. III. Quanto il danno pubblico e privato, provenienti dallo sviamento della linea per Bergamo, aumenterebbonsi se a questi si aggiugnesse la divisione, a Brescia, dell’attuale Società unica, in due. IV. Non potersi per questi danni pubblici e privati determinare un compenso: fosse anche possibile determinarlo, sarebbe grandissimo, e tale che nessuno potrebbe sopperirvi, nessuno garantirlo. Di qual povera natura e di qual meschina misura sarebbe poi questo compenso se fosse determinato per parte aliquota della rendita brutta di uno dei due tronchi in cui venisse spezzata la linea, e propriamente di quello da Brescia a Milano per Bergamo. V. Procedersi alla scelta, tra più linee possibili ad una strada di comunicazione qualunque, per via di studii comparativi, topografici, economici, tecnici, e non mai per via di esperimento. Così farsi sempre e per tutto. VI. Tanto essere il danno dello sviamento della linea per la via di Bergamo, che sarebbe maggiore, e di molto, di quello che potrebbe patire quella linea, per qualunque concorrenza le si movesse, anche per quella della strada da Bergamo a Brescia per Palosco, quand’anche potesse esser concessa, il che non si crede.
Dover quindi la Società lombardo-veneta, pel pubblico bene, pel proprio vantaggio, perseverare nella linea scelta, e da Sua Maestà approvata, non lasciandosi minimamente svolgere dalla tempesta di concorrenze con le quali la si minaccia.